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Il dott. Luciano Lorusso farà parte della task force dei 300 medici contro il Covid-19

Raffaella Anna Dell'Aere
​Il medico ha ricevuto la convocazione a Roma, dalla Protezione civile, per l'8 aprile, da dove ripartirà, con altri medici volontari, per raggiungere le zone maggiormente colpite dalla pandemia
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«È un viaggio che parte da lontano, quello di portare conforto dove c’è bisogno».

Un
messaggio intriso di solidarietà e senso civico, di religiosità nel suo
più nobile significato e di profonda umanità, quello di Luciano
Lorusso, nell’ufficializzazione del suo “Sì” al bando per il
reclutamento di medici per l’Emergenza Covid-19.

Medico
e direttore del Centro Trasfusionale dell’Ospedale “Bonomo” di Andria,
Luciano Lorusso, che vive a Ruvo da sempre, ha già un percorso di
impegno sociale, solidale e di volontariato che l’ha visto in prima
linea negli innumerevoli viaggi della speranza verso Lourdes per
l’assistenza ai malati dell’Unitalsi, a sostenere i giovani
tossicodipendenti ospiti della comunità “Casa” di don Tonino Bello e ad
assistere e dare conforto ai migranti sulle coste di Lampedusa, nel
corpo della Croce Rossa.

«Ho risposto la sera stessa del 20 marzo, subito dopo l’appello straordinario del premier Giuseppe Conte per creare una task force
di 300 medici per l’emergenza Covid-19, compilando il modulo del bando
diffuso sulla piattaforma della presidenza del Consiglio dei Ministri
del Dipartimento della Protezione Civile. Ma solo pochi giorni fa ho
ricevuto una telefonata da un addetto dell’Agenzia della Protezione
Civile in cui mi si chiedeva conferma circa i miei dati personali e la
mia disponibilità a far parte della task force coordinata da Giulio Borrelli».

Il
dottor Lorusso, senza “se” e senza “ma”, ha confermato tutto con
spirito di dedizione verso questa vera e propria “chiamata alle armi
della sanità” come lo stesso Francesco Boccia, ministro per gli Affari
Regionali, ha denominato.

«Venerdì
3, alle 13, mi è arrivata la mail di risposta da parte della Protezione
civile in cui c’era scritto che dovrò presentarmi mercoledì 8, a Roma,
presso un hotel nei pressi della stazione Termini, da dove, nel giorno
seguente, ripartirò con altri colleghi medici volontari per raggiungere
la sede di destinazione in una delle zone maggiormente colpite dal
coronavirus, per un periodo non inferiore a tre settimane».

Luciano Lorusso, mosso dalla forte abnegazione che lo contraddistingue, manifesta una grande vicinanza ai colleghi medici: «Mi
auguro di poter essere utile e di supporto ai colleghi che hanno
affrontato in modo magistrale questa prima fase dell’emergenza». Ma esprime una critica nei confronti dell’intera macchina organizzativa: «Emergenza
che avrebbe dovuto comportare provvedimenti preventivi, precoci, per
ridurre la diffusione dell’epidemia e il numero delle vittime».

Il dottore intravede l’epilogo dell’emergenza solo con l’arrivo del vaccino: «Secondo
me le misure di contenimento sociale dovranno essere mantenute per
diverso tempo per evitare un’onda di ritorno di casi e di contagi. Mi
aspetto che il virus riduca la sua contagiosità e si arrivi in tempi
brevi al vaccino».

Partendo verso la sua
missione, Luciano porterà la sua Ruvo con sé, nel cuore, e ciascun
ruvese sarà lì, con lui per condividere con forza e senso comunitario la
sua opera al servizio degli altri, e alla domanda «Ma lei ha paura?» risponde «È
naturale. Essere consapevoli del pericolo può salvarti la vita. Prendo
spunto, come messaggio per tutti i miei concittadini, dalle parole di
Alessandro Magno Vincete la paura e vi prometto che vincerete la morte”».

lunedì 6 Aprile 2020

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Bruno Salvatore
Bruno Salvatore
4 anni fa

Che bello parte il medico e li si fa pubblicità, per gli infermieri di Andria partiti per la Lombardia non si sa niente purtroppo.

A.zacc
A.zacc
4 anni fa

Complimenti al dott .Lorusso ,da sempre vicino ai suoi pazienti con consapevolezza,abnegazione e grande professionalità.
Buon lavoro e grazie.

Antonio
Antonio
4 anni fa

Un vanto per l'ospedale e per la asl.

giuseppe schiavone
giuseppe schiavone
4 anni fa

Una grandissima persona con uno straordinario senso del dovere , esempio per operatori sanitari e cittadini