Attualità

Gli alunni dell’Istituto “Carafa” scrivono alla Ministra Azzolina

la redazione
Chiesti punti di riferimento e chiarificazioni sul loro futuro scolastico
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«Ill.Mo Ministro della Pubblica Istruzione, On. Lucia Azzolina Le scriviamo perché, parafrasando il testo di un noto cantautore italiano, sentiamo la necessità di dare un senso a questa situazione che stiamo vivendo, perché abbiamo l’impressione che questa situazione un senso non ce l’abbia. Per noi, alunni di 1A dell’Ites “E.Carafa” di Andria, la gioia e l’ entusiasmo, per il nuovo corso di studi intrapreso, si sono infranti a contatto con una realtà insolita, tragica. Da un momento all’altro, abbiamo visto chiudersi, alle nostre spalle, i cancelli di quella che era diventata la nostra seconda dimora e, ad una prima malcelata soddisfazione per qualche giorno di vacanza guadagnato, è subentrata la paura, che si è trasformata in sconforto, in pena del distacco dalla quotidianità, dall’impegno, spesso trascurati da noi giovani, ma sostanzialmente tanto inseguiti, perché portatori del vero senso della vita. E’ già un mese che il nemico ci costringe a nasconderci, dunque, ci sentiamo defraudati, nel pieno della nostra adolescenza, del contatto umano con i nostri coetanei: si sta componendo attorno a noi un puzzle incompleto, perché alcune tessere di esso mancano. In questo contesto di incertezze, rimane unico punto di riferimento la scuola, l’istruzione, il contatto con i nostri docenti, con i compagni, con tutto quanto rende viva l’istituzione che Lei, Signor Ministro, si pregia di rappresentare. La didattica a distanza diventa la comunicazione con la realtà, il presidio sociale, la difesa dall’ignoto, da un ignoto che preferiamo considerare tale, per paura che si riveli ancora più tragico. I computer, i tablet, di cui Lei, on. Azzolina, si è preoccupata, con tanta sollecitudine, fossimo forniti, ci stanno aiutando: anche i “famigerati” cellulari, spesso non ben accetti ai docenti, perché ritenuti responsabili di nostre inadempienze nel corso delle lezioni, sono strumenti quanto mai utili. Dietro quegli schermi ci sono i nostri volti : attenti, ma anche distratti, richiamati alla realtà da un rimprovero virtuale, ma piacevolmente familiare, sofferenti, però, per la perdita del parente, dell’amico, del vicino di casa, che “il mostro” ha portato via. Non chiediamo, dunque, solo risorse tecnologiche, seppure utilissime, ma soprattutto risorse umane, morali, non pretendiamo sconti, certi che la nostra valutazione sarà considerata con l’equilibrio e la professionalità di cui sono dotati i docenti tutti, ma chiediamo chiarificazioni sul nostro futuro scolastico, che ci restituiscano una parte di quella stabilità emotiva, tanto provata dalla spiacevole disavventura che incombe su di noi. Ci piacerebbe poter condividere con Lei, Signor Ministro, la lettura del testo musicale accennato all’inizio e cioè che, se questa situazione non ha un senso, domani arriverà lo stesso, perché domani è un altro giorno. Sarà una battaglia impegnativa, combattuta anche con le armi della cultura e dell’istruzione, ma il nemico sarà annientato: sta limitando le nostre libertà, vuol insidiare il nostro diritto allo studio, ma non vincerà. Noi alunni faremo la nostra parte, perché siamo una forza più “invasiva” del Covid-19.

Grazie, sig. Ministro! Grazie di cuore».

lunedì 6 Aprile 2020

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Antonio Anelli
Antonio Anelli
4 anni fa

Belle parole e bei sentimenti. Noi docenti, da parte nostra, ce la stiamo mettendo tutta e, credeteci, ci costa.