Attualità

Confabitare: «Convocare un tavolo di concertazione per discutere dello sviluppo della città»

la redazione
Esenzioni Imu, Tasi e Tari, B3 di recupero e piano casa sono alcune delle questioni su cui i diversi attori dovrebbero confrontarsi e trovare soluzioni alle varie problematiche
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Confabitare ha indirizzato una missiva al Commissario straordinario in cui si chiede l’istituzione di un tavolo di concertazione per discutere diverse problematiche riguardanti lo sviluppo della città: «si chiede di definire un protocollo per l’istituzione di un Tavolo di concertazione, riconosciuto e condiviso in cui facciano parte: gli enti, i professionisti e le associazioni di settore che sia di supporto per affrontare i problemi e incrementare lo sviluppo della città Alcune in primis il tavolo di concertazione deve affrontare le seguenti problematiche:

  • aggiornamento dell’accordo sui canoni concordati datato 2004 al sensi del D.M. 16- 01.2017 per rendere obbligatorio il ricorso alle associazioni di categoria nella fase della redazione del contratto oltre che la rivisitazione degli elementi con i relativi punteggi attribuiti che servono a individuare la fasce del canone di locazione e adeguare il valore dei canoni di locazione;
  • esenzione dal pagamento sia dell’IMU che della TASI dei suoli sottoposti a vincolo di inedificabilità sopravvenuta (tipo PAI), in quanto la normativa vigente non consente alcun trasferimento di cubature di fatto li rende giuridicamente non edificabili;
  • TARI – tassa sui rifiuti: prevedere una riduzione o esenzione per utenze non domestiche “proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione” a indigenti e persone in difficoltà, e riduzioni o agevolazioni, fra gli altri, per le “abitazioni con unico occupante;
  • viste le particolari attuali difficoltà del settore, occorre la temporanea sospensione dell’efficacia del recente provvedimento amministrativo di aumento degli oneri per permessi e autorizzazioni edilizie;
  • adeguamento dei valori delle aree edificabili, anche alla luce del c. 5 dell’alt 5 del D. Lgs. n.504/1992 ed esplicative espressioni della Suprema Corte, che fa obbligo nel calcolare la base imponibile di tenere riguardo alla zona territoriale di ubicazione (si tenga conto che ci sono suoli distanti chilometri dall’abitato e dai servizi urbani), si rende necessaria una sensibile riduzione dell’Imposizione tributaria sulle aree edificabili il cui utilizzo è di fatto negato a causa della loro materiale e giuridica impossibilità ad ottenere permessi. Tipo le zone “C” di espansione, le “B3” di recupero, le “D6” e “D8”;
  • favorire, facilitando le procedure, lo sblocco e l’utilizzo, bloccate da oltre venti anni, delle aree più sfavorite tipo le “B3” di recupero Zone CI – C2 e C3. Basta una semplice revisione del c.d. comparto edificatorio pur prevista dalle vigenti disposizioni;
  • concertazione pubblico-privata per attuare programmi di rigenerazione urbana, al fine di rilanciare il settore con criteri di sostenibilità ambientale, di recupero e rinnovo urbanistico-edilizio, anche alla luce della recente espressione della Suprema Corte sull’applicazione del c. d. “Piano Casa”».

giovedì 28 Maggio 2020

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