Attualità

“Convenzione Tipo”, peccato che non sia stata colta l’ironia dell’arch. Galentino

Vincenzo D'Avanzo
È giusto che un'amministrazione straordinaria assuma decisioni che possono incidere sulla vita della città per gli anni avvenire?
scrivi un commento 24768

Fu mons. Lanave il primo a parlare di una città dolente, del volto sfigurato di Andria. E lo diceva quando si era reso conto della incapacità del consiglio comunale di dotarsi di un piano regolatore: da Marano a Sforza fino a quello varato nel 1991. Intorno al PRG si creava il ballo dei dannati, normale per il coacervo di interessi che quel provvedimento può riuscire a provocare e per le sorde battaglie che intorno ad esso si scatenano. Nel 1991 finalmente il consiglio comunale fu “forzato” ad approvarlo in un giorno pre elettorale senza avere nemmeno le carte a disposizione e con un tecnico che aveva annunciato di aver depositato il suo piano regolatore presso un notaio: un piano di grandi dimensioni che non sarà mai attuato, anche perché le successive amministrazioni affidarono proprio al tecnico dissenziente l’attuazione del PRG che egli stesso non aveva condiviso in toto.

Questa mancanza di PRG attuabile ha determinato la crisi edilizia permanente nella nostra città. La prima volta non sapemmo utilizzare bene le rimesse degli emigranti: in assenza di regole ognuno costruì dove aveva un pezzo di terreno e nessuno ebbe la capacità di contrastare questi abusi, a volte era lo stesso ufficio che faceva decadere le ordinanze di demolizione di manufatti abusivi persino nel centro storico. Poi l’abusivismo crebbe anche per la carenza strutturale dell’ufficio tecnico comunale senza personale e senza mezzi. Quando dovetti decidere la ubicazione delle dieci scuole dovetti chiedere la cartografia a un tecnico privato.

Era l’epoca nella quale ogni minimo intervento programmatorio costringeva la politica a rivolgersi a studi professionali privati con la conseguenza che nessuno aveva una visione di insieme e quindi, nonostante la buona volontà dei singoli, contribuirono anch’essi a realizzare quella città deforme di cui si occupò mons. Lanave. Questa situazione tuttavia era mitigata da un forte Ordine degli architetti e ingegneri che partecipava attivamente organizzando dibattiti e addirittura scioperi, iniziative queste che tenevano sotto pressione la politica che in qualche modo era costretta ad occuparsi della edilizia.

L’unico piano regolatore approvato, quello del 1991, deluse le speranze dei cittadini più onesti: il sovradimensionamento ha portato la gente a pagare l’imu per suoli che non forse non diventeranno mai operativi e la edilizia è stata affidata alla contrattazione tra i professionisti privati e l’apparato burocratico, nel frattempo cresciuto in modo elefantiaco ma incapace di dare risposte univoche su tutto il territorio cittadino. Negli ultimi tempi si è smarrita anche la politica: commissioni, dibattiti, convegni si perdevano al momento delle decisioni. Alla fine è prevalso il disinteresse da parte di molti anche operatori del settore ognuno dei quali (non tutti per la verità) tentava di risolvere i problemi privati, a volte con una trattativa estenuante mentre chi doveva risolvere problemi di pubblica utilità (la richiesta di un capannone industriale ha avuto traversie e lungaggini che se non fosse per la testardaggine degli imprenditori sarebbe fallita miseramente) doveva soffrire. Da un solo candidato ho sentito dire: “non chiedetemi di risolvere un problema personale, io se vado sul comune voglio essere interpellata sui problemi di tutti”. Si ha voglia di parlare di onestà, ma la prima forma di essa è l’adeguatezza al compito che si intende svolgere. Non rispondere alla domanda vera della gente significa spesso arrecare danni enormi alla collettività.

Una speranza si era accesa con l’arrivo del commissario prefettizio: essendo uno solo o in pochi comunque a decidere si sperava che qualche passo nella direzione giusta fosse compiuto. Molti avevano auspicato l’adozione della “Convenzione Tipo”, che è sicuramente uno strumento necessario per consentire agli operatori del settore di muoversi con certezze normative, le uniche che possono incentivare la ripresa della edilizia. Le banche sono piene di risparmi dei nostri concittadini che potrebbero essere messe a frutto proprio nel settore della edilizia, trainante per molte categorie di lavoratori. La delusione è stata espressa ironicamente sulla stampa da Michele Galentino, un attento osservatore oltre che operatore del settore. Peccato che non sia stata colta l’ironia che pure era sparsa a piene mani nell’articolo.

A tutela del lavoro del Commissario e dei suoi collaboratori va detto che questo solleva un problema di grande rilevanza: è giusto che un’amministrazione straordinaria assuma decisioni che possono incidere sulla vita della città per gli anni avvenire? Può essere stata questa la ragione che può averli indotti alla prudenza.

La nuova amministrazione avrà bisogno del suo tempo di rodaggio, nella speranza che abbia uomini capaci ed esperti. Il tempo gioca contro. Sinceramente il numero sterminato dei candidati che stanno scaldando i motori non ci rende ottimisti sulle prospettive. La possibile classe dirigente si seleziona prima delle elezioni: è sbagliato lasciarla al caso o alla grandezza della parentela o della clientela. È un problema che riguarda tutti i candidati sindaci che dovranno poi faticare ad armonizzare gli eletti. Ecco allora la scelta di rivolgersi direttamente ai candidati sindaci perché diano un segnale in questa direzione. Sappiamo che sono animati tutti da buone intenzioni, ma queste servono poco se non hanno essi le idee chiare e se non si attorniano di capaci collaboratori. Questa è la sfida principale che gli elettori attenti loro rivolgono. Le promesse sono facili ma poi saranno le circostanze a renderle attuabili. Sulla edilizia si gioca l’economia della città e al momento in cui siamo non è possibile fallire. Su questo si apra un dibattito tra i candidati sindaci (un bel confronto a 5) invitando i tecnici del settore a dare prova di voler uscire dal recinto privatistico per puntare agli interessi di una comunità che merita di più.

mercoledì 29 Luglio 2020

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
AmicodiPeppone
AmicodiPeppone
3 anni fa

Sommessamente, mi permetto di chiedere: anche in questo articolo bisogna cogliere l'ironia, come nell'altro da Lei citato, oppure no? Così giusto per capire qualche cosa alla fine della lettura…….mah….. PS: Vi consiglio sempre sommessamente, di dare indicazione al lettore all'inizio dell'articolo sul contenuto e sulle modalità di lettura.

Fusaro Sabino
Fusaro Sabino
3 anni fa

Un prg sproporzionato ha fatto fare un passo indietro dal punto di vista culturale. Adesso ci troviamo a dover pensare ad un voler riempire tutto il vasto territorio con che cosa?

Osservatore
Osservatore
3 anni fa

Caro ex sindaco, bisogna che prendiate atto che la politica ha fallito perché semplicemente inesistente. A che pro tanta ironia e pronto soccorso in favore di chi, politico navigato, usa cotanta ironia?