Attualità

Una chiusura che sa di sconfitta: dalla politica la scuola si aspettava ben altro

Lucia M. M. Olivieri
Come organizzare la vita familiare se i bambini dai 6 anni dovranno da domani stare davanti a un pc a seguire le lezioni, se entrambi i genitori lavorano? Si torna a classi differenziali con alunni con BES a scuola da soli?
scrivi un commento 37109

Una chiusura che sa di sconfitta: è questo il sentimento dominante tra gli operatori scolastici e gran parte delle famiglie, all’indomani dell’emanazione dell’ordinanza del presidente Emiliano che preclude le attività in presenza per tutti gli studenti dai 6 anni in su a partire da domani.

Tanta l’amarezza: dopo il continuo “sbandierare” che le scuole sono luoghi sicuri, dove il virus non si propaga perché si rispettano protocolli rigidi – cosa che non accade al loro “esterno” -, a suon di burocrazia le hanno chiuse praticamente tutte, ed è facile immaginare che il 24 novembre diventerà il 22 dicembre, stante l’andamento dell’epidemia.

I punti critici: come organizzare la vita familiare se i bambini dai 6 anni dovranno da domani stare davanti a un pc a seguire le lezioni, se entrambi i genitori lavorano? Finché si era trattato del triennio delle superiori, il boccone amaro si poteva mandare giù, considerata la relativa indipendenza degli studenti: ma ora, con i piccoli a casa, chi li seguirà? E chi dovrà usare i dispositivi, se in famiglia c’è più di uno studente? Quanti pc dovrebbero comprare i genitori? E sfido chiunque a seguire 5 ore di lezione davanti a un cellulare, invece che, almeno, davanti a uno schermo.

Ancora, colpisce allo stomaco un passaggio: “riservando alle attività in presenza esclusivamente i laboratori (ove previsti dai rispettivi ordinamenti dal ciclo didattico) e la frequenza degli alunni con bisogni educativi speciali“. Quindi alunni a casa tranne quelli con bisogni educativi? Ritorniamo alle classi differenziali di vecchia memoria, con studenti con handicap o con disturbi dell’apprendimento separati (perché in presenza da soli) dagli altri? E puff, buttati all’aria decenni di lotte per l’inclusione scolastica, via il senso di appartenenza alla classe. Inoltre sembra che non si conosca la moltitudine di situazioni dietro la definizione “bisogno educativo speciale”: qualche collega, senza neppure scherzare troppo, ha proposto di protestare contro questo provvedimento elaborando Piani di didattica personalizzati per tutti gli alunni, nella considerazione che tutti appunto, in questo maremoto che ci sta colpendo, hanno bisogni educativi speciali, hanno bisogno della scuola come baluardo di vita e socialità, ancorché di apprendimento.

Da “addetta ai lavori” lasciatemelo dire: dopo i mesi di polemiche inutili e sterili su banchi a rotelle e altri ammennicoli che con la scuola vera non hanno molto a che fare, ci si sarebbe aspettati un’attenzione diversa, un occhio di riguardo per i migliaia di studenti che, loro malgrado, hanno subìto la Didattica a distanza come sacrificio temporaneo, derogando parzialmente, nonostante il grossissimo sforzo di tutta la scuola, al diritto all’istruzione, tra connessioni ballerine, mancanza di dispositivi e solitudine casalinga. Ci si sarebbe aspettati che il problema dei trasporti venisse affrontato di petto, che i tamponi rapidi venissero destinati proprio alle scuole, che le strutture della medicina territoriale venissero potenziate per affrontare l’inevitabile ondata dopo le aperture estive, che i finanziamenti avrebbero portato ad avere classi con meno studenti e ambienti più consoni: non che il sacrificio, da temporaneo, divenisse strutturale.

Dalla politica la scuola si sarebbe aspettata ben altro.

Negli Stati Uniti, in Georgia, qualche giorno fa una mamma ha scattato e pubblicato sui social una foto del proprio bambino in lacrime, seduto di fronte ad un computer a casa, talmente frustrato dall’esperienza scolastica in remoto che ad un certo punto ha abbassato la testa e ha iniziato a piangere. Oggi ci sentiamo tutti come quel bimbo, ma siamo pronti a rialzare la testa e ripartire. La scuola non si ferma, neppure davanti a scelte scellerate.

giovedì 29 Ottobre 2020

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
manu
manu
3 anni fa

Solo la politica ha deluso?
in generale è tt il sistema “pubblico impiego” che ha deluso: politica, scuola, uffici ASL…
tt una estate per prepararsi… per ripiegare sulla più classica delle rese.
ma d'altronde si sa…
d'estate meglio stare al mare.
le aziende private non hanno mai gettato la spugna… ed ora dobbiamo anche pensare a chi lasciare i figli…
semplicemente vergogna!

Leonardo Guglielmi
Leonardo Guglielmi
3 anni fa

Emiliano si vergogni di quello che ha fatto ai bambini ed alle loro famiglie.

Michele Abbasciano
Michele Abbasciano
3 anni fa

E' incredibile, ciò che ha fatto Emiliano. Secondo me non ha la condizione di quello che succederà da domani. Forse non avrà figli, non ha idea di cosa significhi essere genitori che entrambi lavorano e a stento cercano di vivere una vita dignitosa in un momento difficile come quello che stiamo vivendo tutti. Allora mi vien da pensare, perchè Francia, Spagna, Germania e altre nazioni, anche loro con gli ospedali allo stremo, stanno chiudendo tutto ma le scuole non le hanno ancora toccate? Forse perchè non voglio creare paesi di ignoranti? Mah!! lasciamo ai posteri l'ardua sentenza.

AmicodiPeppone
AmicodiPeppone
3 anni fa

Quando il calcio, gli interessi economici prendono il sopravvento sulla cultura, vuol dire che stiamo ipotecando in maniera pesante il futuro dei nostri figli. In Francia tutto chiuso ma le scuole sono aperte@@!@

Mariella Pasculli
Mariella Pasculli
3 anni fa

Tutto questo si sta trasformando in un dramma.
Tre figli con un solo PC, didattica a distanza con spiegazioni,interrogazioni, consegna compiti entro la giornata e genitori che lavorano tutto il giorno.
Fare videochiamate con il telefono dei genitori ciò significa che io mamma lavoratrice devo lasciare in mano ai miei figli di 8 e 7 anni il mio telefono che uso anche per lavoro.
E i bambini con chi starebbero?
La nonna se dobbiamo tutelara non dovrebbe stare con i miei figli e poi, può mai una nonna aiutarli con l'uso del telefono o altro ?!!!
Soluzione io mamma lavoratrice devo lasciare il mio lavoro…lavoro che da anni mi aiuta a sostenere ogni mese spese relative alla cura dei miei figli oltre l'ordinario ma anche percorsi specifici privati, per mancanza del
servizio pubblico.????????

Antonio Anelli
Antonio Anelli
3 anni fa

Beh, in tutta sincerità chi ha sostenuto che la scuola fosse un posto sicuro è sempre stata la Ministra Azzolina o sbaglio?P.S.: anziché comprare “i banchi a rotelle”, non sarebbe stato più utile spendere quei soldi per garantire almeno un tablet ed una connessione Internet gratis a tutti gli alunni ed alle loro famiglie? Chiedo per un amico 😉

Franco
Franco
3 anni fa

La ministra dell'istruzione dice che i casi sono solo 417 e che i problemi non li ha la scuola ma la sanità regionale pugliese. Vedremo come finisce.

Giuseppe vecchietti
Giuseppe vecchietti
3 anni fa

Vergogna scendiamo in piazza e facciamoci sentire….. Ora basta

Giù. Di.
Giù. Di.
3 anni fa

D'accordissimo sui non chiudere le scuole…ma il virus a scuola lo si porta da fuori…..in quanti genitori hanno lasciato la sera i figli liberi x strada?…e li vedo con i miei occhi…senza mascherina..oltre a cio che combinano