Attualità

Stop and Change: la lotta dei giovani per un mondo di parità

La Redazione
Il progetto entra nelle sue fasi finali
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Entra nel vivo il progetto Stop and Change, nato con lo scopo di riconoscere e prevenire la violenza di genere attraverso un cambiamento dei comportamenti socio-culturali, con l’eliminazione degli stereotipi presenti tra uomini e donne. 
Nonostante le varie difficoltà riscontrate in seguito al diffondersi della pandemia il programma è andato avanti. Da un lato la disponibilità dei referenti che hanno proseguito al di là delle problematiche, dall’altro l’entusiasmo dei giovanissimi partecipanti, che hanno aderito con il proposito di farsi carico di un peso sociale importante. 
Non è solo un vantaggio per chi vi prende parte, ma anche per chi gli è vicino: uno dei momenti salienti è infatti quello in cui i ragazzi diventano peer educators. Dopo aver acquisito consapevolezza sul delicato tema, mettono in pratica ciò che si è imparato a disposizione dei propri pari, permettendo così di diffondere un sapere fondamentale e contribuendo a migliorare una società che è ancora molto indietro in termini di parità di genere.

«La violenza, la condizione di inferiorità della donna, la sua mancata possibilità di far sentire la propria voce: facciamo i conti con queste piaghe quotidianamente – afferma Gabriele, uno dei ragazzi partecipanti – anche se ci si limita a guardare al proprio giardino. Questo accade in ogni campo: lavoro, famiglia, relazioni. Stop and Change parte proprio da qui: diventare capaci di individuare ogni sorta di discriminazione di questo tipo, in modo da rendersi conto di quanto sia sbagliato. E più si realizza l’errore, più questi errori vengono combattuti e non ripetuti. E quale scelta migliore se non quella di indirizzare questo progetto a noi giovani, che rappresenteremo la futura classe dirigente. Una classe, ci auspichiamo, in cui la parità sarà una effettiva realtà e non un diritto ancora da conquistare». 

Il progetto si avvicina così alle sue fasi finali: sono infatti iniziati i laboratori ai quali, oltre ai ragazzi che già ne sono parte integrante, si sono aggiunti altri giovani desiderosi di prender parte all’iniziativa. Teatro-Damza, street art, fotografia: tre corsi, gestiti da esperti del settore, per avere l’occasione di conoscere tre arti differenti ma allo stesso modo stimolanti e pieni di curiosità con cui interfacciarsi. In un periodo come questo, in cui la socialità è fortemente limitata, diventa anche una possibilità irripetibile per “stare a contatto mantenendo le distanze”.

Infine, al termine di questo momento, ci sarà un “closing party”, ultimo atto, in cui tutti gli “attori protagonisti” proporranno alla cittadinanza il lavoro svolto. Con la speranza che non rappresenti la fine, ma solo l’inizio di un sentiero da percorrere raggiungendo sempre più persone.

giovedì 4 Marzo 2021

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Giuseppe Francavilla
Giuseppe Francavilla
3 anni fa

E come la mettiamo nel riconoscere e prevenire la violenza sui LGBT? Dovreste anche includere omosessuali, transgender, diversi…
Sarebbe ancora più importante di solo uomini donne.