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Erika Cuomo, eccellenza della gioielleria meridionale, premiata a Roma per la sua tesi di laurea

Gabriele Losappio
Appartiene alla quarta generazione di gioiellieri, adesso anche Ambasciatrice del "made in Italy", gemmologa e con una grande passione per il suo lavoro
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Lo scorso 24 settembre, nel palazzo Barberini di Roma, è stato conferito dal comitato Leonardo, durante la giornata Qualità Italia, il premio Consorzio Orafo Il Tarì alla gemmologa Erika Cuomo, che ci non nasconde gioia e soddisfazione per il prestigioso riconoscimento e per il percorso che l’ha portata all’ottenimento dello stesso.

Il comitato nasce nel 1993 grazie all’iniziativa comune di Confindustria, dell’ICE e di un gruppo d’imprenditori e uomini di cultura con l’obiettivo di promuovere ed affermare la “Qualità Italia” nel mondo. Lo stesso nome di Leonardo rimanda ad un perfetto connubio tra arte, tecnologia e scienza, tre forme d’espressione della capacità intellettuale dell’uomo che riflettono il successo del nostro Paese a livello internazionale. Il comitato, che oggi comprende circa 160 protagonisti tra imprenditori, artisti, scienziati e personalità celebri del nostro paese, conferisce diversi premi settoriali, tra cui quello della gioielleria, con la finalità di dare maggior risalto a tutte quelle figure che portano in alto il nome nostrano a livello nazionale ed internazionale. Tra i diversi riconoscimenti c’è un importante spazio dedicato agli studenti che, premiati per le loro pregevoli tesi di laurea su argomenti rilevanti per il successo del Made in Italy nei diversi ambiti, si vedono stimolati a proseguire il loro lavoro di ricerca e di professione.

È il caso di Erika Cuomo che ha finalmente ricevuto il premio che le era stato conferito nel 2019, con la sua tesi di laurea in Strategie e politiche aziendali intitolata “L’evoluzione delle strategie di distribuzione commerciale nel settore della gioielleria”. Cerimonia di premiazione posticipata a causa delle conseguenze relative alla pandemia. Un riconoscimento la cui importanza è stata sottolineata dalla presenza di alcune delle più alte istituzioni del nostro paese, in primis, quella del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha presieduto e rivolto i suoi complimenti alla nostra giovane e talentuosa concittadina.

Erika è cosi divenuta “Ambasciatrice made in Italy”, un titolo che sottolinea la sua influenza nel settore della gioielleria. Il centro orafo “il Tarì” è il più grande e importante del meridione e tra le varie tesi di laurea ha scelto la sua, conscio della qualità con cui è stata elaborata e delle doti professionali acquisite durante una giovane ma intensa esperienza umana e professionale.

Erika si è raccontata, parlando della sua storia e del suo percorso, oltre ad aver condiviso dei pensieri sul suo futuro in seguito all'ottenimento del premio.

Il settore è stato suo fin dalla nascita. Appartiene alla quarta generazione di gioiellieri che le hanno tramandato l’amore e la passione travolgente per questo settore. Oggi, la storica gioielleria di via Bovio è un punto di riferimento non solo per il territorio andriese. «Spesso si tende a credere in casi simili che chi nasce da questa condizione può adagiarsi sugli allori con la garanzia di avere un futuro già scritto. Io ho invece sin da subito rifiutato questa ipotesi: ho sempre portato avanti il mio percorso di studi in maniera parallela al lavoro di famiglia – commenta Erika Cuomo -. Avevo sete di conoscere, voglia di imparare, e col tempo ho sempre più acquisito dimestichezza con questa professione, sentendola ogni giorno più mia».

Tra le diverse esperienze compiute sino a questo momento quella fatta all’estero ha rappresentato sicuramente uno dei punti di svolta. Erika ha infatti frequentato diversi corsi ad Anversa, in Belgio, a seguito dei quali è divenuta a tutti gli effetti una gemmologa. «Nonostante il titolo ottenuto, faccio fatica a ritenermi tale. Parlare di gemme è come parlare di tanti mondi che si incontrano: la natura ce ne mette davanti un’infinta varietà e non si smette mai di apprendere qualcosa di nuovo. L’ambizione rimane fondamentale al di là di ogni titolo; mi piace ricordare sempre che chi sa di non sapere conosce già tanto».

La tesi di laurea è stata redatta con la supervisione del suo mentore, il prof. Michele Antonio Rea, che ha rappresentato un modello per la sua concezione di studio e professionalità al pari di un continuum indissolubile. Il lavoro di ricerca è nato ben prima del premio. Il tema era partito dalla curiosità che abbracciava le quattro generazioni di gioiellieri di cui Erika rappresenta un presente e un futuro più che promettenti. Analizzare il ruolo dei gioielli in epoche diverse ha permesso di comprendere come il loro ruolo, la loro storia e la loro capacità di essere comunicati si siano evoluti nel tempo. «In passato – ci racconta – il gioiello era attribuito solo alla nobiltà, in quanto ai materiali e al suo essere pesante. Il gioielliere aveva infatti con sé sempre una bilancia. Adesso la concezione è cambiata: i materiali diventano più accessibili; ciò che colpisce di più è la storia di ogni singola gemma, il modo in cui viene raccontata, il modo in cui il cliente si identifica nel prodotto e lo fa suo». I canali di comunicazione sono divenuti sempre più importanti con lo scorrere degli anni, per restituire all’oggetto un’anima propria, che a volte prescinde dalla sua “nobiltà".

Ciò che sta nella bellezza del suo lavoro, accompagnato da un'illimitata dedizione, è il desiderio di reinventarsi costantemente, affinando le tecniche di apprendimento in modo inesauribile. «L'esperienza universitaria mi ha permesso di conoscere, ma soprattutto conoscermi, individuando punti di forza e di debolezza su cui lavorare, oltre a concretizzare le mie passioni. Ho fatto tesoro di questi anni e ho compreso che teoria e pratica vanno di pari passo, l'una completa l'altra. Perciò non abbandonerò gli studi e la formazione, ma farò in modo che vada sempre nella stessa direzione del mio lavoro». 

Alla domanda finale sulle speranze e gli obiettivi futuri, la nostra eccellenza ha avuto pochi dubbi: «Sarebbe bello diventare una docente, trasmettere le mie conoscenze agli altri in modo che il sapere acquisito non sia un semplice esercizio di stile, ma una costante condivisione e un continuo arricchimento culturale. Durante la quarantena ho raccolto infinite curiosità e approfondimenti sulle gemme. L’ho fatto come bisogno personale ma anche con la possibilità di pubblicare in seguito una raccolta. Chi lo sa?! Tuttavia, l'obiettivo prioritario – conclude Erika Cuomo – rimane uno: portare avanti la tradizione e il nome di famiglia, rendendo fiera i miei genitori e me stessa».

Alla famiglia Cuomo, e in particolare ad Erika, le congratulazioni della nostra redazione.

lunedì 11 Ottobre 2021

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Zio Nino e zia Pina
Zio Nino e zia Pina
2 anni fa

La tenacia e la perseveranza sono le basi di chi vuole mettersi in gioco per raggiungere un obbiettivo che dia soddisfazioni! Brava ad Erika e alla sua famiglia che l hanno sempre sostenuta!