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Vincenzo Sciannandrone, pizzicagnolo di professione e per passione

La Redazione
Classificatosi al 5° posto nel primo concorso nazionale "Tagliatori di prosciutto al coltello" tenutosi a Roma nell'incantevole "Salone delle Fontane" nell'ambito del "Simposio – il trionfo del gusto"
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Vederlo all’opera è estremamente erotico, o se volete carnale. Non stiamo parlando di un attore di un set a luci rosse ma di un tagliatore di prosciutti. Detta così sembrerebbe nulla di serio, ma l’incipit iniziale serve per catturare l’attenzione su un gesto che anticipa la scena del gusto: un tavolo con su un piatto di prosciutto tagliato al coltello… il resto è una fantastica visione che solletica le papille gustative di chiunque, vegani a parte.

Nell’era del #foodporn e del cibo declinato nei format televisivi, nei suoi aspetti ludico-ricreativi, appetitosi, tentatori e mai fuori moda, trova spazio la ricercatezza dei dettagli che fanno la differenza nel gusto e che valorizzano quel gesto antico ma pur sempre attuale che è quello del “mangiare”, meglio se di qualità.

Lo sa bene Vincenzo Sciannandrone, classe 1978, andriese, pizzicagnolo di professione e soprattutto per passione. Formatosi alla scuola della vita, Vincenzo ha partecipato nei giorni scorsi al 1° concorso nazionale “Tagliatori di prosciutto al coltello” tenutosi a Roma nell’incantevole “Salone delle Fontane” nell’ambito del “Simposio – il trionfo del gusto”, uno degli eventi più importanti nel centro Italia in tema di enogastronomia.

In giuria anche Raquel Acosta, la miglior “Cartadora” di Spagna, e la nota food blogger Cristiana Curri. Vincenzo si è classificato al 5° posto, vincitore assoluto per il sud Italia, sfoderando le sue armi migliori: i coltelli, per gestire con un mix di forza ed eleganza il taglio del prosciutto che ha fatto la differenza.

Già, perché tagliare il prosciutto non è semplice: prima il prudente posizionamento su una morsa telescopica in acciaio, che consente di girare e posizionare la coscia nel verso più idoneo, e poi il taglio, che inizia dall’incisione della cotenna. Una volta effettuata la pulitura del prosciutto, ecco che il tagliatore parte con un delicato massaggio per ammorbidire le carni. Questa non è solo scena ma pratica necessaria per tagliare il prosciutto con i “ferri del mestiere”: coltelli affilati e un acciarino per dare il filo alla lama. Il coltello poi scorre nelle carni e, in base alla tipologia del prosciutto, viene definito spessore e lunghezza del taglio.

Vincenzo gestisce “Scianné“, ad Andria, in viale Istria, una gastronomia di prodotti che seleziona quotidianamente in maniera oculata e certosina. Una bottega di raffinatezze gastronomiche.

Alla costante ricerca della perfezione nel suo lavoro non poteva farsi scappare l’occasione di partecipare a questa prima nazionale e portare a casa, o meglio, nella sua bottega, l’importante attestato che rimarca la sua filosofia: «mangiare bene e soprattutto prediligere la qualità, ovvero la somma tra la materia prima e come la stessa viene trattata fino ad arrivare sulle tavole del consumatore finale»

martedì 20 Novembre 2018

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