Una lunga attesa nonostante le patologie gravi da cui sono affetti: è quella che stanno subendo i pazienti oncologici che oggi sono stati convocati per sottoporsi alla vaccinazione presso l’ospedale di Miccoli di Barletta. A testimoniarlo, una donna andriese di 74 anni, accompagnata dal figlio già da questa mattina alle 8:30: «La nostra convocazione era per le 9.00 e noi siamo arrivati con qualche minuto in anticipo: sono le 11 e ancora non siamo stati chiamati dentro per il vaccino. Ci sono oltre 100 persone che aspettano, pazienti dai 20 ai 79 anni insieme ai loro caregiver, tutti oncologici. Nel frattempo sono arrivati anche i convocati alle 10:30: oggi la giornata è abbastanza fredda, noi ci troviamo all’esterno in piedi (è stata fornita giusto qualche sedia di buon cuore) ad aspettare. Io capisco che il momento storico sia particolare, ma tutta questa disorganizzazione non è concepibile: perché convocarci in massa se poi alle 10:30 soltanto hanno iniziato la somministrazione chiamando a gruppi di 8-9 persone all’interno dell’ospedale? Hanno distribuito i numerini per ordine di arrivo: i vaccinandi del gruppo delle 10:30 hanno i numeri che iniziano dal 127, qui hanno chiamato solo i primi del gruppo 62-71. Rendetevi conto del disagio che siamo costretti a subire nonostante la nostra condizione».
Lungi da noi fomentare polemiche in questo difficile momento storico, ma d’altro canto la cura e l’attenzione nei confronti di alcune categorie particolarmente fragili dovrebbe essere prioritaria.
Una vergogna.
Dispiace leggere un giudizio esagerato ed ingeneroso in quanto ho riscontrato un’ottima organizzazione, un giusto distanziamento, quasi nessun tempo di attesa e grandissima professionalità da parte di quei medici ed operatori che hanno provveduto a fare i vaccini dedicati ad una categoria estremamente protetta di pazienti. Ho visto e constatato la sensibilità e l’attenzione che ponevano nei confronti di tutti e credo che le critiche non aiutano, soprattutto quelle ingiuste e non veritiere nei confronti di coloro che si prodigano in tutti i modi possibili per garantirci il diritto alla salute.