Continua la battaglia intrapresa dagli abitanti del borgo di Montegrosso e delle aziende che operano nel borgo per scongiurare la chiusura della borgata a seguito dei lavori di ammodernamento e allargamento a 4 corsie che stanno interessando il tratto della ex SP 231 (attuale Sp 2) sull’Andria-Canosa.
Parte oggi e si concluderà nella giornata di venerdì 10 settembre la raccolta adesioni affinché si possa procedere a una diffida alla provincia BAT per scongiurare l’imminente chiusura dell’accesso diretto al Borgo di Montegrosso. «Se tale azione dovesse risultare vana si dovrà ricorrere alla competente magistratura per garantire il nostro diritto di accesso diretto alla Sp 2 e chiedere, in seguito, un risarcimento danni causati dalla chiusura, sia agli abitanti, sia alle attività produttive». La raccolta firma avverrà presso i locali del Circolo Coloni a partire da oggi e fino a venerdì 10 settembre.
«Ad oggi, non abbiamo avuto nessun progetto relativo alle eventuali modifiche da apportare ai lavori in corso così come era stato stabilito a seguito della riunione in video conferenza a cui ha partecipato anche il Prefetto Bat e le istituzioni comunali e provinciali- commenta Giacomo Bonizio, residente di Montegrosso. Purtroppo, l’obbrobrio stabilito dall’allora primo presidente della provincia Bat Ventola e poi confermato anche dall’ex presidente provinciale nonché ex sindaco di Andria Giorgino, non è stato assolutamente modificato. Ci hanno buttati su una vecchia via di Minervino tra l’altro piena di voragini e buche e soggetta a continui incidenti (così come lo dimostrano le foto in allegato). Il nostro destino è stato ormai assunto dieci anni fa e oggi nessuno fa nulla per recuperare il tempo perduto. Le istituzioni continuano a prenderci in giro, vogliono chiudere il borgo di Montegrosso e costringerci a vendere le nostre case a “un euro” .
Ricordiamo che nel 1990, in quell’esatto punto di ingresso al borgo, nel primo progetto dell’ANAS era previsto un cavalcavia. Allo stato attuale è stato previsto il “miglioramento” dello svincolo per Minervino il cui iter burocratico ed autorizzativo, nonché economico, si è dimostrato più snello a discapito dei residenti costretti a percorrere oltre 1,5 km in entrata e uscita da e per il borgo.
I residenti non si danno pace e chiedono a gran voce l’intervento delle attuali istituzioni in carica.
cosa sono 1,5 km? qual è questa lamentela? Volete il cavalcavia in casa nel sito che dite voi? Tutto questo casino per cosa?
Andate avanti finchė non rientrano i politici andriesi la provincia sarà sorda alle vostre richieste!