Lo scorso 30 settembre, presso la sede andriese del Cpia BAT diretto dal prof. Paolo Farina, si è tenuta la cena sociale organizzata in collaborazione con la cooperativa sociale e di lavoro “La Téranga”, l’associazione di promozione sociale “Capital Sud” e la comunità “Migrates Liberi” che ospita i corsisti del Cpia BAT.
All’evento hanno presenziato anche Giuseppina Lotito, provveditore agli studi di Bari e BAT; Maria Ida Episcopo, provveditore agli studi di Foggia; dott.ssa Mariella Immacolata Porro, dirigente Uffici Generali Prefettura BAT; S.E. Mons. Luigi Mansi, vescovo di Andria; Francesca Zitoli, ass. P.I. del Comune di Trani; Daniela di Bari, ass. alla Bellezza del Comune di Andria; alcuni rappresentanti delle Istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado nelle quali sono attivi i corsi di istruzione degli adulti, fra cui l’I.I.S.S. “S. Cosmai” di Bisceglie e l’I.I.S.S. “L. Einaudi” di Canosa di Puglia.
La cena sociale rientra nel progetto "Crait" (che significa “creta” e allude all’usanza di condividere e consumare il cibo in un grande recipiente di creta), finanziato dal Cpia BAT grazie ai fondi del Piano Estate a.s. 2021/22 e animato da una serie di attività dal grande valore comunitario come, ad esempio, la panificazione, la realizzazione della salsa e dell’olio d’oliva, oltre all’orto, alla sartoria e al ristorante sociale; vi hanno aderito l'ass. culturale "Capital Sud", la coop Migrantesliveri e l'ass. La Téranga.
Tutti i presenti hanno avuto il piacere di assistere allo spettacolo teatrale intitolato “Il bestiario materano” a cura della compagnia “IAC Centro Arti Integrate”: a partire dalla scoperta e dall’analisi dei gesti ricorrenti della gente, in modo naturale si è arrivati alla trasformazione in suoni e in parole, creando una continuità organica dalla carne che si fa verbo o, come è stata definita, “la lingua della confidenza originaria”. La messa in scena è stata il frutto di un percorso di immersione nelle storie della tradizione orale che hanno per protagonisti gli animali: galline, galli, asini, capre, volpi, lupi, gufi e tanti altri interpreti di un sapere arcaico che ha ancora molto da dire. Tale percorso ha coinvolto alcuni bimbi, ospiti dell’Officina San Domenico di Andria, appassionandoli ad un’attività di esplorazione di queste storie della tradizione.
Durante la serata gli ospiti hanno ascoltato le storie di accoglienza di alcuni ragazzi della Migrantelisberi, fra cui quella narrata da Diallo, diciottenne originario della Guinea e beneficiario del progetto SAI (ex SPRAR) presso una struttura confiscata alla mafia sita ad Andria e intitolata al giudice Rosario Livatino. Diallo ha offerto la sua testimonianza e ha raccontato il suo viaggio verso l’Italia, passando per il Mali, l’Algeria e le difficoltà del deserto, la Libia dove ha conosciuto anche persone fuggite dell’Afghanistan e poi l’attraversamento in mare, per dieci giorni, su una barca insieme ad altre 130 persone tra cui donne, bambini e anziani (diverse delle quali decedute nelle acque); poi ancora Trapani e Brindisi, dove ha avuto l’opportunità di studiare.
Diallo ha così riferito: «Le persone che hanno la pelle di un colore diverso spesso sono vittime di offese e ingiurie ma la vita è di tutti e per tutti». Don Geremia Acri, referente della “Migrantesliberi”, ha esplicitato la mission della cooperativa ovvero quella di rendere "Liberi, Autonomi e Indipendenti" tutti gli ospiti attraverso la "cura": vero strumento per debellare la discriminazione e favorire la diffusione della cultura.