Cultura

“Gente del sud”, per far conoscere la nostra storia a chi non l’ha mai incontrata

Giorgio Cicco
La storia narrata è la storia della nostra terra, della Murgia e vi sono descritte scene ed eventi che fanno parte, o almeno dovrebbero fare parte della nostra memoria collettiva, come la nevicata del 1956
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Sabato è stato presentato in biblioteca il libro dello scrittore Raffaello Mastrolonardo “Gente del sud”, edito dalla Giunti.

L’autore ha definito il suo libro un romanzo identitario, in cui ha raccontato la storia della sua famiglia e la storia del Paese, in particolare del sud. Il libro è ambientato a Balsignano, comune immaginario, che assomiglia un po’ ad Andria, Altamura e Modugno, luoghi cari alla famiglia dello scrittore che ha voluto rappresentarli, riprodurli e ricrearli come solo la magia del romanzo può fare. La storia narrata è la storia della nostra terra, della Murgia e vi sono descritte scene ed eventi che fanno parte, o almeno dovrebbero fare parte della nostra memoria collettiva, come la nevicata del 1956 che seppellì il meridione di metri di neve. Ad Andria, in piazza Catuma, due artisti scolpirono la statua della Madonna dei Miracoli in ghiaccio e la portarono in processione per ringraziare la Beata Vergine di averli risparmiati.

Assieme ad eventi minori, ma che hanno segnato la storia del nostro territorio, sono raccontati i grandi: la Grande guerra e il Fascismo.

La lingua usata per i dialoghi è il nostro dialetto, strumento di comunicazione quotidiano dei protagonisti del romanzo.

In filigrana si possono leggere alcune pagine del nostro passato e accorgerci, come dice Faulkner, che “il passato non muore mai, non è nemmeno passato.” Come non provare straniamento quando viene narrata la condizione disumana del proletariato e del sottoproletariato urbano e contadino del primo novecento e non accorgerci che in Capitanata ancora oggi è la stessa storia.

Una dei compiti che l’autore si è imposto è quello di far conoscere la nostra storia a chi non l’ha mai incontrata, non l’ha mai letta, perché è una storia che merita. Per esempio molti sostengono che l’Italia abbia vinto la Prima Guerra Mondiale nonostante la tragedia di Caporetto. L’autore ci ammonisce ricordandoci che fu quella tragedia a creare lo spirito nazionale e che per la prima volta i contadini del sud e gli operai del nord si sentirono uniti sotto un’unica bandiera.

Questo incontro è solo il primo di una lunga serie, come ha sottolineato l’Assessore alla Cultura, l’avv. Francesca Magliano. Il Comune vuole valorizzare così la Biblioteca e contribuire alla formazione e allo sviluppo culturale della città.

lunedì 15 Ottobre 2018

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