“L’Olocausto è una pagina dell’umanità da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro della memoria”: è una delle tante riflessioni di Primo Levi che otto ragazzi dell’Ites Les “E.Carafa” – ne è Dirigente Scolastico il prof. Vito Amatulli – accompagnati da un docente, il prof. Emanuele Terlizzi, hanno scelto di condividere, con un percorso formativo che si è concluso nei luoghi della Memoria, il 30 gennaio scorso. Il progetto denominato “Il treno della Memoria” ha previsto incontri culturali che si sono tenuti a Bari, con cadenza mensile, durante i quali attività di gruppo e di role play hanno consentito agli alunni approfondimenti storici sulla questione ebraica , soprattutto in Europa.
Lezioni frontali, attività di laboratorio, finalizzate alla formazione storica e sociale dei partecipanti, hanno promosso un proficuo spirito di gruppo che, nella valorizzazione delle differenze, ha lasciato ampio spazio alla libertà di espressione. Forme di espressione creativa ed artistica, musicale, teatrale, video-fotografica e pittorica, hanno offerto gli strumenti per elaborare, in un momento successivo, l’esperienza fatta.Due docenti universitari di Storia hanno fornito la chiave di lettura del dramma vissuto da sei milioni di ebrei, dalla deportazione di massa alla “soluzione finale”, che i ragazzi hanno ripercorso nei ghetti di Auschwitz e Birkenau.
I partecipanti hanno usufruito della presenza di educatori che li hanno guidati nel percorso di preparazione, ma li hanno, poi, seguiti successivamente in incontri durante i quali sono emerse riflessioni sulla necessità di non cancellare dalla mente il ricordo di una barbarie che non ha precedenti nella storia, di considerare, dunque, la “Giornata della Memoria”, che ogni anno si celebra nelle scuole, un momento in cui si rinnova non solo il dolore di un popolo, quello ebraico, ma di tutta l’umanità. Gli studenti hanno definito l’esperienza fatta di marcato spessore culturale, di grande coinvolgimento emotivo, di profonda dimensione umana. La vista di oggetti, ma soprattutto di resti umani nel museo di Auschwitz, che i mass media hanno evitato di mostrare nei vari documentari, ha consolidato in loro la convinzione che gli errori del passato non devono ripetersi nel presente e che è proprio la scuola a dover inculcare nelle giovani generazioni valori, quali la solidarietà e il rispetto dell’altro.