Ieri sera presso la Cattedrale di Trani si è tenuta una meravigliosa esibizione del Coro giovanile italiano. Nella chiesa dedicata a San Nicola il Pellegrino si è svolto un evento musicale unico, ospiti d’eccezione: il Coro giovanile italiano, formazione unica nel panorama corale italiano nata nel 2003, fortemente voluta da Feniarco, la Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali.
Il coro giovanile è una selezione della coralità italiana guidata da maestri d’eccezione. Un laboratorio formativo, un coro che punta all’eccellenza. I 40 giovani coristi, tra i 18 anni e i 28 anni, provengono da diverse città d’Italiane, tutti con molteplici esperienze musicali e periodicamente la formazione viene rinnovata portando energia, vitalità e passione. Il coro si incontra ogni 3 mesi e prova per 3-4 giorni di fila prima di esibirsi in un concerto dal vivo. Assieme al Coro giovanile italiano, durante la serata, si sono esibiti due ensemble pugliesi: Ensemble vocale Apulia Cantat di Andria, diretta dal maestro Alessandro Fortunato, e la Juvenes Cantores di Corato diretta dal maestro Luigi Leo, eccellenze del nostro territorio.
Dopo la bellissima esibizione dei cori pugliesi ha preso il via l’esibizione del Coro Giovanile Italiano, un’esibizione divisa in due parti e diretta da due maestri d’eccezione, Luigi Marzola e Carlo Pavese. La prima parte è affidata all’esperienza del maestro Luigi Marzola che dirige il coro con brani e composizioni più antiche e classicheggianti, come il Deutsches Magnificat di H. Schutz (vissuto tra il 500 e il 600) o il Komm, Jesu, Komm di J.S. Bach sino all’ottocentesco Christus factus est di Bruckner. Un’intensità di suoni e melodie, un intreccio di voci soavi e acute e voci basse, un’orchestra di corde vocali. Nella seconda parte, diretti dal direttore Carlo Pavese, i giovani talenti si esibiscono con opere di autori contemporanei, dando spazio allo sperimentalismo del suono e dello spazio, tra le opere e gli autori vi sono l’italiano G.Bonato con l’opera Winding words of wisdom, opera durante la quale il coro si è disposto in semicerchio per tutta la Cattedrale ed ha dato vita a suoni mistici e gutturali, un’esperienza intensa per il pubblico che ha apprezzato. L’opera di Bonato è in turco perché scritta da un mistico turco. L’esibizione si è svolta in questa maniera in quanto la disposizione dei coristi simboleggiava la circolarità degli eventi.
L’esibizione è stata portata avanti con il contemporaneo D.Lang sino a S.D. Sandstorm (scomparso un mese fa) con un’opera tratta dal Cantico de Cantici (l’elemento religioso e biblico è molto presente nelle opere) concludendo con il novecentesco Daniel-Lesur. Alla fine della performance, un’esplosione di gioia e soddisfazione da parte del pubblico, un lungo applauso meritato per questi giovanissimi talenti.
Ieri non vi erano solo orecchi esperti, ma gente comune, priva di un bagaglio di conoscenze tecniche. Ieri ha trionfato la bellezza della musica corale, l’emozione che suscita e il calore che sa donare. Una grande speranza è che questa tradizione possa continuare tra i giovani negli anni, contro certi artifici e certe banalità della musica odierna.