Cultura

Sei panchine rosse in ricordo delle vittime di femminicidio

Michele Lorusso
Michele Lorusso
Il progetto è stato realizzato dall'artista Roberta Fucci ed ha interessato alcuni parchi della città, soprattutto quelli periferici. L'installazione rientra nelle attività realizzate durante il Festival della Disperazione
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Nei giorni scorsi, alcune panchine della nostra città sono state colorate di rosso, dall’artista andriese Roberta Fucci, per ricordare le vittime di femminicidio. Il progetto è stato realizzato dall’artista Roberta Fucci ed ha interessato tutti i parchi della città, soprattutto quelli periferici.

«Si tratta di simboli fisici – ha dichiarato – che devono diventare contemporaneamente un luogo per diffondere consapevolezza su questo preoccupante fenomeno e segni tangibili di un impegno quotidiano volto ad aiutare le donne a uscire da situazioni di violenza. Tutte le panchine riporteranno il numero nazionale antiviolenza 1522 perché oltre che un momento di riflessione vogliono essere un strumento utile per indicare a chi ne avesse bisogno come iniziare un percorso di fuoriuscita dalla violenza».

Quindi, oltre alla valenza artistica e di riflessione su una problematica che, purtroppo, è oggetto di cronaca quotidiana, con questo progetto si vuole anche diffondere un messaggio pratico, ossia, far conoscere l’esistenza di un numero antiviolenza: il 1522.

«Le frasi che ho scelto di scrivere, però, mirano anche ad altro. I testi scritti sulle panchine non riguardano solamente la violenza fisica. La violenza sulle donne è anche ricevere molestie verbali e fisiche per strada, è non avere lo stesso salario di un uomo nella stessa mansione lavorativa, è sentirsi chiedere se si desiderano figli durante un colloquio di lavoro».

Apprezzamenti sono stati ricevuti durante la pitturazione delle panchine: «mentre dipingevo le panchine ho ricevuto tanti apprezzamenti, alcuni commossi e sinceri che mi hanno riempito di gioia. Ma c’è stata anche gente che mi ha chiesto se pensassi di risolvere il problema della violenza sulle donne semplicemente dipingendo le panchine di rosso. Ho risposto che fare qualcosa, anche se molto piccolo, è sempre meglio che non fare nulla. “Le rose della resistenza nascono dall’asfalto, siamo quelle che ricevono rose, ma siamo anche quelle che con il pugno chiuso parlano dei nostri luoghi di vita e resistenza contro gli ordini e soprusi che subiamo (Marielle Franco)».

martedì 20 Ottobre 2020

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