Politica

Uno spillo può distruggere un pallone

Vincenzo D'Avanzo
Mirko, il consigliere comunale che appena pochi mesi fa è stato eletto nella lista "Futura" e ora è tornato a casa nel PD, ci ha fatto scoprire che tutte quelle liste erano un trucco per prenderci in giro
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Tanto rispetto al “pensatore” di Auguste Rodin: lì si vede plasticamente la fatica del partorire le idee e l’umiltà di chi cerca il “suo” pensiero. Vi ricordate Diogene che con la lanterna cercava l’uomo? Ebbene sono passati secoli e non lo si è trovato ancora nonostante oggi abbiamo a disposizione potenti fari.

Il rischio del pensatore è che si innamora delle proprie idee pensando che esse siano il solo pensiero e si gonfia, si gonfia fino a diventare pallone.

Così succede che in piazza catuma viene catapultato un pensatore gonfio all’inverosimile: tutti lo guardano, pochi ne capiscono il senso, soprattutto perché è messo a dimora in una piazza che non è l’ideale per pensare. Un bambino viene accompagnato dal padre e la madre a guardare quel pensatore strano e dopo che il padre gli ha spiegato alla meglio il senso, il piccolo dice alla mamma: mamma, mamma, mi dai uno spillo? Cosa devi fare, rispose la mamma sorpresa anche se intuisce le cattive intenzioni del piccolo. Voglio vedere come sono fatte le idee di questo signore. La mamma, saggia, dice al marito: spiega tu che le idee non esistono e che esse vivono solo nella mente dell’uomo che le partorisce. Il padre cerca di spiegare ma complica talmente le cose che il bimbo alla fine esclama: comprare un gelato è una buona idea? Per togliersi d’impiccio la madre disse: bella o brutta questa idea a me sembra buona. Ed entrarono nel bar.

Mirko è stato più fortunato: quando ha capito che era facile far scoppiare il pallone, ha preso uno spillo e lo ha forato mettendo in evidenza una verità che l’involucro teneva nascosto. Per non farla lunga Mirko è il consigliere comunale che appena pochi mesi fa è stato eletto nella lista “Futura” e ora è tornato a casa nel PD. Inutile discutere se poteva farlo o meno. Solo i moralisti discutono se uno eletto con una lista possa passare ad un’altra. Sono discussioni senza senso perché il voto è un gesto concreto che la Costituzione dice che serve ad eleggere il rappresentante del popolo. Il popolo, più saggio della Costituzione,  per decenni ha abbinato la persona a un “partito”, cioè a un programma affidato a uomini credibili e capaci chiamati a interpretarlo.

Poi sono finiti gli uomini capaci e credibili e i partiti hanno cominciato a perdere colpi, di conseguenza si sono dovuti affidare a persone di passaggio, senza idee né programma, ma in grado di mettere insieme quattro voti per amicizia, interessi o esibizionismo. Molti si accorgono il giorno dopo che sono stati strumentalizzati come portatori d’acqua e quindi sistemati nel dimenticatoio fino alla prossima illusione. Scrisse una volta Voltaire a un amico: scusami se sono stato molto lungo, è che non sapevo cosa dirti. Ecco allora venti, trenta liste che se per un verso fanno vincere qualcuno comunque, per altro verso non si capisce di quale maggioranza si parla perché a volte vince chi ha preso meno voti degli altri. Un anno, nel 2000, un sindaco fu eletto con il 24% (tanto valeva in termini elettorali il risultato del balottaggio). Troppi partiti, nessuna idea. Nel recente passato abbiamo conosciuto anche l’ingovernabilità.

Ora Mirko ci ha fatto scoprire che tutte quelle liste erano un trucco per prenderci in giro e che bisogna tornare all’essenziale, a una aggregazione politica che risponda sempre delle sue decisioni come collettivo e non come individuo, perché la decisione, anche se sbagliata, se è frutto di dibattito e di collegialità rappresenta una scelta democratica, la decisione dell’individuo rischia di tenere conto solo degli interessi particolari. Inoltre questo sistema di liste e listarelle, che sta prendendo piede anche a livello regionale e nazionale, ha un difetto essenziale: non tenendo in alcun conto il pensiero, non riesce a partorire leaders capaci e credibili. Ognuno si autoproclama capo. Tanto è vero che una volta era solo il partito ad affiggere il manifesto con il suo pensiero, oggi ognuno sgomitola per conto suo, approfittando della fragilità lessicale dei social, per dire la propria, per mettere in mostra il nulla, perché il nulla ha bisogno di essere spiegato mentre i fatti si capiscono da soli.

Avranno il coraggio i nostri partiti alle prossime elezioni di presentarsi con la loro fisionomia senza ricorrere a mascherine di opportunità? Avranno gli andriesi il coraggio di votare liberamente solo per le forze politiche coese e non per i prestanome?

 

giovedì 16 Settembre 2021

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Francesco
Francesco
2 anni fa

Scusate ma è una vecchia storia questa,esiste da sempre in tutti i partiti. Solo una legge ad ok può mettere un freno. Se non ti riconosci più nel partito che ti ha eletto dedade automaticamente la carica a qualsiasi livello.

Raffaele Pollice
Raffaele Pollice
2 anni fa

Vincenzo, sono assolutamente e completamente d'accordo con te. Stiamo conciati male dopo la ghigliottina scatenata sulla testa dei partiti,dei sindacati,delle addocisciazioni collaterali religiose e laiche ecc…. Bisogna assolutamente presto recuperare almeno un pezzo, certamente quello buono e giusto, dell'antico filo storico se ci si vuole tentare di salvare il futuro che non può più essere nostro ma che appartiene di diritto ai nostri figli e nipoti. I cari saluti di sempre. Raffaele.

Leopoldo Quinto
Leopoldo Quinto
2 anni fa

E ci voleva il voltagabbana di turno per far capire al prof D'Avanzo una realtà nota da almeno venti anni. Che dico, quaranta anni! Perchè prof. D'Avanzo quando lei si candidava nelle liste della DC i posti non erano ripartiti in base al peso delle correnti? Niente di nuovo sotto il sole. Solo chi possiede idee e determinata volontà per attuarle, può alla lunga emergere: che sia in un partito strutturato o in una lista civica.

vincenzo davanzo
vincenzo davanzo
2 anni fa

sig. Quinto, le liste non si facevano in base alle correnti perchè si andava alla ricerca anche di professionisti e uomini di cultura al di fuori del partito per dare lustro alla lista; se mai gli incarichi esecutivi tenevano conto delle correnti. Quello che io sostengo è che alla fine era il partito nella sua collegialità che rispondeva della linea politica con il contributo anche del partito provinciale e/o nazionale. Quello che non si vede oggi è proprio la linea politica che è alla mercè, dopo le elezioni, a una trattativa continua. E' vero erano molte correnti che andavano dalla sinistra alla destra, ma poi parlava Moro, Forlani, Andreotti ecc. e nasceva la democrazia cristiana.

Andrea Policastro
Andrea Policastro
2 anni fa

La verità e che questo cambio di casacca sta bene a tutti. Non esistono più valori, non esistono più onesti, non esistono più persone con delle idee , che fanno bene alla comunità. Ma vediamo sempre più persone che fanno della politica un proprio tornaconto personale .

Riccardo Fidelis
Riccardo Fidelis
2 anni fa

Ma non scherziamo. Il pallone gonfiato è il PD e la coalizione di centro sinistra che disamministra la città, con tante bugie, nessun fatto, moltissimi errori e senza idee e capacità. Ci portano verso la decrescita infelice e la povertà vera, tutto condito dall'odio sociale per chi ha lavorato tutta la vita e possiede qualcosa, da una casetta ad un'attività, a loro non importa. l'importante è pensare a propri affari. E i duri e puri del M5S??? Non parlano! sono contenti, mai loro elettori no. Le forzature della legalità, l'arroganza continua ed il menefreghismo della sorte delle categorie produttive e dell'economia è evidente a tutti, nel vuoto pneumatico intellettuale di molti assessori.