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L’Ospedale di Andria rimane senza guardia medica per le trasfusioni

La Redazione
Marmo: «Nel dipartimento qualcuno è andato a brigare e manine e invisibili completano il misfatto»
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Pubblichiamo una nota del presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo, che ha depositato un’interrogazione diretta al presidente della Giunta regionale e assessore regionale alla Sanità, Michele Emiliano.

«Dal 24 agosto l’ospedale Bonomo di Andria ha perso un ennesimo pezzo essenziale per un servizio sanitario degno di questo nome: su iniziativa del direttore del Dipartimento Immunotrasfusionale, la struttura non ha più la guardia medica attiva del reparto, disponendo anche che le richieste urgenti notturne e festive siano garantite da Barletta. Orbene, il direttore del Dipartimento o non sa o finge di non sapere che per legge le richieste di sangue urgenti devono essere evase entro un’ora. Il che è decisamente impossibile da Andria a Barletta perché in questi casi, in un ospedale di Emergenza-Urgenza, accade quanto segue:

– il reparto inoltra la richiesta cartacea al tecnico di turno al SIT (non più al medico);

– il tecnico, ricevuta la richiesta, deve chiamare un autista disponibile, oppure uno reperibile che prenda la richiesta per portarla materialmente al SIT di Barletta;

– giunto a Barletta, l’autista attende che siano eseguite le prove di compatibilità e torna ad Andria consegnando le sacche di sangue all’USVD;

– qui il tecnico chiama il reparto richiedente per il ritiro;

– se nel frattempo le condizioni del paziente dovessero richiedere ulteriori unità di sangue, bisognerebbe fare la stessa trafila che mediamente dura non meno di due ore. E’ successo l’altra sera a seguito di una richiesta del reparto di rianimazione.

In sintesi, questa nuova organizzazione rischia di mettere in pericolo l’incolumità stessa dei cittadini assistiti. Bene, domanda semplice: per una persona mediamente normale, è compatibile tutto ciò con i tempi stringenti di un ospedale classificato per fronteggiare urgenze ed emergenze?

Questo è il risultato del lungo lavoro di demolizione del dottor Peres, condotto subdolamente con cattiveria e perfidia nel corso di questi anni. Un’opera avviata sottraendo apparecchiature alla unità di Andria. Un vero capo dipartimento dovrebbe adoperarsi per garantire le attività a sostegno dei reparti e non distruggerle.

Nel settore Trasfusionale l’errore è strategico, e aveva visto bene il DG Gorgoni nel far attribuire la struttura complessa ad Andria, perché inserita nel contesto di un presidio per urgenza emergenza, e la Regione avrebbe dovuto mantenere questa organizzazione. Ma qualcuno è andato a brigare e le solite manine invisibili compiono il misfatto.

Questo modo barbaro di gestire la sanità è sfuggito anche al Dipartimento regionale e alle varie direzioni sanitarie aziendali?

In passato si era mantenuta la guardia a tutti i costi e i medici erano solo 8. Attualmente sono 12 a Barletta e 6 ad Andria, quindi basterebbe riequilibrare anche con 10 a Barletta e 8 ad Andria. Ma chi pratica oggi l’equilibrio e la saggezza?

Peres è stato furbo: si è portato a Barletta (dopo essersi portato quasi tutto) quel poco che rimaneva e cioè anche la lavorazione delle unità prodotte.

Andria sarà l’unico ospedale italiano dedicato all’emergenza – urgenza senza guardia medica attiva. Bisogna aspettare un altro evento tragico per affermare “lo avevamo detto?”. Lo spiegherà alle famiglie l’artefice di tutto questo e chi ne ha dato mandato»

venerdì 7 Settembre 2018

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Francesco Di Corato
Francesco Di Corato
5 anni fa

Se non è lecito che una struttura qualificata come “di emergenza” non può più gestire l'emergenza a causa di un provvedimento amministrativo alquanto discutibile, sarebbe opportuno che la Procura della Repubblica indaghi seriamente, prima di trovarci dinnanzi a tragedie di mala sanità che coinvolgono la vita degli uomini.

Giovanni Alicino
Giovanni Alicino
5 anni fa

Barletta la sa lunga e voi politici non fate un c…….zo.