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Mensa, Daniela Di Bari: «Sospendere le condizioni di efficacia della gara»

La Redazione
«Organizzare uno spacchettamento dell'appalto per micro aree territoriali; vincolare le entrate derivanti dalla vendita dei buoni pasto; puntare alla filiera corta e una più efficace interazione didattica nella scelta nutrizionale
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Non si placano le polemiche relative alla questione “mensa scolastica”. Sull’argomento interviene anche la consigliera di centrosinistra Daniela Di Bari (Lista Emiliano): «Ricordo un vecchio detto: “o ti mangi questa minestra, o ti butti dalla finestra”. Sì, proprio così, come evidenziato anche da una mamma in protesta con altri genitori alla scuola Imbriani-Salvemini: “ci avete messo di spalle al muro”.

Dopo che l’amministrazione di Andria aveva già espletato un bando di gara con un preciso importo di base d’asta per l’aggiudicazione dell’appalto della refezione scolastica – a pochi giorni dall’apertura delle scuole dopo le festività – si invitano i dirigenti scolastici, al fine di procedere all’organizzazione del servizio, a far pervenire l’elenco degli alunni le cui famiglie intendono aderire al servizio di refezione scolastica per il periodo gennaio – maggio 2019, con la precisazione che non sarà ammessa commistione tra pasto domestico e pasto fornito dalla ditta appaltatrice, un ulteriore sondaggio circa il servizio mensa scolastica, con le opzioni: accettare la proposta offerta dal comune, oppure fare uscire prima i propri figli da scuola, oppure dividere le giornate tra giorni con pasto mensa e giorni con pasto domestico?

Una operazione inaudita e settoriale, che non ha saputo leggere neanche la capacità organizzativa delle famiglie, le quali, in alcune realtà, sono riuscite a mettere in atto, per supplire all’incapacità della nostra amministrazione, soluzioni anche ben più economiche rispetto a quanto il Comune è in grado di attuare. Gli effetti del pre-dissesto e la insostenibilità da parte dei cittadini di un piano di riequilibrio costruito tutto a tavolino da pochi, diventano drammaticamente evidenti.

La realtà, come ho rimarcato più volte durante quella notte dell’approvazione del piano di riequilibrio, è che questo equilibrio molto precario e così gravoso per la comunità, le famiglie, i giovani, molti non avrebbero avuto la possibilità di sostenerlo così per come è stato pensato. Affrontare la crisi non è solo impiegare giorni interi a incasellare numeri come affermato dal dirigente del settore finanziario in alcuni incontri personali, ma richiede un laborioso lavoro di ascolto, di conoscenza e di ripensamento delle azioni, e di creatività.

Per questo ritengo che questa amministrazione sulle realtà che riguardano le famiglie arranca e non si apre nemmeno alle collaborazioni offerte. Già da novembre 2017 la sottoscritta insieme alla consigliera Leonetti e ad alcuni membri della 4^ commissione, a dirigenti scolastici e insegnanti aveva effettuato un lavoro di analisi studiando anche altre realtà virtuose, ed elaborato diversi modelli da porre in atto, per ottenere una riduzione dei costi del servizio a breve, medio e lungo termine. Questo prezioso lavoro è stato completamente accantonato e si è proceduto nella stessa direzione con cui si è andato avanti fino a questo momento. La realtà amara è che nonostante un bando di gara temporaneo, con un importo relativamente basso, è stata registrata un’unica offerta, fatta dalla precedente ditta appaltatrice. Da questo evidenziamo che molti hanno paura a partecipare ai bandi del nostro comune pertanto non otteniamo alcun ribasso e diversi bandi vanno deserti, ottenendo le medesime forniture a costi ben più elevati.

Ecco allora le nostre proposte: sospendere le condizioni di efficacia della gara onde evitare possibili danni erariali per il nostro ente nei confronti della ditta appaltatrice, qualora non si dovesse raggiungere il numero di pasti stimati in sede di gara; rivedere le diverse proposte avanzate nel 2017, organizzando uno spacchettamento dell’appalto per micro aree territoriali; vincolare le entrate derivanti dalla vendita dei buoni pasto, al fine di rendere maggiormente credibile la solvibilità delle fatture ai fornitori; puntare alla territorialità, alla filiera corta, e ad una più efficace interazione didattica nella scelta nutrizionale.

E’ importante ricordare che è necessario che il servizio mensa sia organizzato dal comune al fine di non perdere un importante contributo regionale per il servizio stesso che aiuterebbe a ridurre l’importo delle tariffe, ultimamente attestato intorno ai 250.000 €, fatto salvo l’aumento previsto per il 2019.

Di fronte a mesi di stallo su questa questione, si evidenzia una incapacità assoluta di ascolto, utile ad affrontare con efficacia questa situazione complessa. Per questo insistiamo con forza nell’invitarvi a lasciare gli scranni, anche se sappiamo bene che le poste in gioco su appalti che sono in scadenza e vanno rinnovati, vi tengono ancora compatti e radicati. A questo modo di fare ci opponiamo con forza, come ci opponiamo alla divisione in classi sociali che avverrà nelle scuole se il servizio mensa dovesse partire. Ovviamente facciamo appello anche alla coscienza di chi continua a tenere in piedi questo sindaco, compresi quei “responsabili dell’ultima ora” che mantengono il cerino dalle file dell’opposizione.

giovedì 10 Gennaio 2019

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