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I liberi agricoltori andriesi sul piede di guerra

La Redazione
C.L.A.A. «Delusi ma non rassegnati. A Ruvo si deciderà il futuro di un'intera economia territoriale»
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La notizia della mancata approvazione degli attesi provvedimenti che hanno mobilitato la categoria degli agricoltori Gilet Arancioni, con una eco che è giunta persino a Bruxelles, ha rimesso in moto i trattori ma anche alimentato quella rabbia che ha dato origine alla storica mobilitazione del 9 gennaio scorso a Bari. Una delusione che investe l’intero mondo agricolo e soprattutto la base operativa che è nella città di Andria. Una città messa al palo con un’economia e l’indotto occupazionale completamente bloccati, da mesi e chissà per quanto altro tempo ancora.

Gli ultimi dati raccolti da UniBat sono chiari ed inequivocabili e il recente incontro promosso dall’Associazione di Categoria, con la relazione del Presidente Savino Montaruli, parlano chiaro. L’effetto crisi agricola si sta avvertendo sul mercato settimanale del lunedì, tradizionale termometro sempre attendibile. Un mercato i cui incassi si sono ridotti a zero e dove si avverte una pesantissima desertificazione umana. Una crisi che si sta riversando negativamente anche sulle imprese artigiane, sul piccolo commercio e sui pubblici esercizi. Ecco perché questa non è solo una crisi di Settore bensì di un’intera economia territoriale.

Allora che fare?

A rispondere alla delicata domanda ci pensano i rappresentanti del C.L.A.A. – Comitato Liberi Agricoltori Andriesi, riunitisi in assemblea martedì 29 gennaio ad Andria, subito dopo aver appreso le brutte notizie provenienti da Roma e in concomitanza con l’organizzazione dell’incontro programmato dai Gilet Arancioni per giovedì 31 gennaio 2019, alle ore 18,00 presso Eurocoop – Società Cooperativa Agricola sulla Complanare – Strada Prov.le nr. 231 Km. 56,383, a Ruvo di Puglia.

«Lo Slogan è “Tempo Scaduto – Non Ci Fidiamo Più – Torna la Protesta” e non c’è bisogno di aggiungervi altro visto che l’incontro è di carattere operativo per la ripresa della mobilitazione che, questa volta, non si fermerà solo a Bari e soprattutto non si fermerà con una “stretta di mano” visto che quelle mani che abbiamo stretto non si sono rivelate né affidabili né tantomeno sicure, anzi hanno indotto gli organizzatori ad allentare la morsa perché altrimenti da Bari non ci saremmo mai mossi» affermano dal C.L.A.A., per voce del dirigente signor Natale Zagaria, in prima linea con il Gruppo di Andria a Bari ma anche ovunque la mobilitazione dovesse portare.

«Il Ministro Gian Marco Centinaio ha annullato l’impegno assunto con la Piazza? Allora vorrà dire che andremo noi a Roma a (ri)trovarlo e le porte del Ministero si devono aprire da sole perché la protesta sarà ad oltranza e senza mediazioni politiche che si sono dimostrate, almeno finora, addirittura dannose.

Cresce dunque il senso di ribellione civica e pacifica proveniente dalla città di Andria dove anche il mondo professionale ed associazionistico si sta rendendo conto della gravità della situazione e non resterà a guardare», concludono dal C.L.A.A.

mercoledì 30 Gennaio 2019

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