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Disastro ferroviario: responsabile civile la Regione Puglia

La Redazione
Nell'aula bunker del carcere di Trani la decisione del collegio giudicante presieduto dalla dott.ssa Pavese
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Oggi udienza nel processo sulla strage dei treni del 12 luglio del 2016. Si è tornati nell’aula bunker del carcere di Trani.

All’ordine del giorno la richiesta avanzata da alcuni parenti delle vittime di citare la Regione Puglia come responsabile civile.

I giudici del collegio, hanno emesso complessivamente
quattro ordinanze per decidere sulle questioni preliminari avanzate dalle parti
nel processo, iniziato l’11 aprile, che vede imputate 17 persone e una società.
Ammessa anche la costituzione di parte civile di altri parenti delle vittime, che
ne hanno fatto richiesta, e dei Comuni di Corato e Andria nei confronti di
Ferrotramviaria spa, l’unico dei 18 imputati per i quali l’istanza era stata
rigettata dal Gup durante l’udienza preliminare.

Una grande vittoria per le parti civili (famiglie delle vittime e associazioni) dopo che durante l’udienza preliminare, la dottoressa Schiralli non ritenne di ammettere la richiesta dell’avv.to Di Pilato a citare come responsabile civile la regione Puglia, ritenendo incompatibile il ruolo di parte civile con quello di responsabile civile.

Ammesse inoltre le costituzioni di parte civile di altri parenti delle vittime, che non lo avevano fatto nel corso dell’udienza preliminare, nonché delle associazioni Codacons, Confcomsumatori, Adusbef e Gepa (delle quali tre erano state dichiarate non ammissibili dal Gup). Rigettata invece la richiesta di citazione del responsabile civile avanzata nei confronti dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione); mentre è stata considerata fuori termine la richiesta dell’Adoc, presentata solo oggi, di costituirsi parte civile.

Alla sbarra ci sono i capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli; il capotreno sopravvissuto Nicola Lorizzo, e il dirigente coordinatore centrale (Dcc), Francesco Pistolato; i vertici di Ferrotramviaria, ovvero l’ex presidente e ad Enrico Maria Pasquini e sua sorella Gloria Pasquini (subentrata al primo dopo le dimissioni del dicembre 2013); il direttore generale Massimo Nitti e il direttore di esercizio Michele Ronchi; ancora altri sei dirigenti di Ferrotramviaria (Giulio Roselli, Vito Mastrodonato, Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, Tommaso Zonno, Giandonato Cassano e Antonio Galesi); e, poi, il direttore generale della divisione Tpl del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, in qualità di direttori dell’Ustif (che si occupa delle linee ferroviarie in concessione) di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015). I reati – contestati a vario titolo – dai pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano sono quelli di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.Una diciottesima persona, Elena Molinaro, dirigente del ministero delle Infrastrutture, ha scelto l’abbreviato. Ferrotramviaria spa è imputata come persona giuridica e risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti.

Parti civili costituite nel processo sono ora la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, le associazioni Acu, Adusbef, Confconsumatori, Codacons, Anmil e Gepa, oltre ai parenti delle vittime e ai passeggeri sopravvissuti (ad eccezione di quanti hanno ritirato la costituzione dopo aver già ottenuto i risarcimenti danni dall’assicurazione). Mentre Regione Puglia, Ferrotramviaria e Ministero dei Trasporti sono stati citati come responsabili civili, cioè soggetti tenuti eventualmente al risarcimento del danno. Il processo riprenderà il 6 giugno, quando nell’aula bunker del carcere saranno sentiti i primi testi dell’accusa.

L’udienza è stata rinviata al 6 giugno.

martedì 7 Maggio 2019

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