“Non sappiamo ancora come andrà a finire la storia della nuova discarica che si vuole fare ad Andria, nella ex cava Acquaviva in contrada San Nicola La Guardia, che nei pressi di questa già sta prendendo piede un’altra questione ambientale per la città di Andria, eredità della Amministrazione di Giorgino e company, l’impianto di compostaggio in contrada Torre di Guardia.
Noi, di massima — commentano Michele Coratella, Grazia Di Bari e Giuseppe D’Ambrosio – , siamo favorevoli agli impianti per trattare la differenziata, visto anche il ritardo spaventoso cui ci ha ridotti la Regione Puglia, che non ha programmato per tempo la realizzazione di tutti gli impianti necessari a trattare la raccolta differenziata pugliese. Ma stiamo notando che la fretta sta producendo molta confusione.
Innanzitutto, parallelamente all’impianto di trattamento del rifiuto organico che si vorrebbe realizzare in agro di Andria, c’è un altro impianto simile in itinere in agro di Trani, ma ne basterebbe solo uno dei due per soddisfare l’esigenza dell’intera provincia BAT, quindi l’altro lo si realizzerebbe per ricevere rifiuti da dove?
Tornando all’impianto in agro di Andria, vi sono delle cose che, nel tempo, stiamo apprendendo dagli atti ufficiali e che ci lasciano sempre più sconcertati:
– L’impianto avrebbe dovuto trattare circa trenta tipologie di rifiuti che poi si sono dovute ridurre a tre;
– Il progetto prevedeva “pirolisi e upgranding criogenico”, arabo per diversi cittadini, poi però la stessa ditta vi ha rinunciato, ma perché? Per rispondere utilizziamo le parole del Comitato Regionale V.I.A. che scrive “fa specie evidenziare che al riguardo il proponente si è limitato a precisare che questa pratica comporterebbe la generazione di un rifiuto da smaltire e non di un prodotto commercializzabile, con il conseguente aumento delle spese connesse allo smaltimento e lo spreco di materiale conforme alla vendita come ammendante, con conseguente riduzione dei ricavi d’impianto”;
– In merito alla localizzazione dell’impianto, a due chilometri dal centro urbano di Andria, noi abbiamo sempre espresso molte perplessità. Ebbene, lo stesso Comitato Regionale V.I.A. scrive che “in data 01.10.2015 il Sindaco di Andria ha individuato l’area, previa verifica di congruità esperita dagli uffici, della localizzazione, ma di tale verifica non vi sono evidenze nella documentazione di progetto pubblicata”. Sul punto il mistero si infittisce quando, ancora il Comitato Regionale V.I.A., riporta che “ai fini di una corretta valutazione della localizzazione del progetto proposto, non risultano disponibili le informazioni inerenti le procedure adottate da OGA BT2”. Qui, in verità, riteniamo ci sia un errore di sigla, dovrebbe essere ARO 2BT e non OGA BT2, ma in ogni caso non possiamo sbagliarci sul presidente, poiché di entrambi era sempre Nicola Giorgino!
Lapidarie sono poi le conclusioni sempre del Comitato Regionale V.I.A., che ha ritenuto “per tutte le criticità evidenziate e le carenze rilevate, che la proposta progettuale prodotta sia tale da produrre effetti significativi e negativi”. Dunque si rischia di aggiungere un altro problema ambientale a quello della discarica già esistente a San Nicola La Guardia.
Ovviamente e legittimamente la ditta ha contro-dedotto, ma le considerazioni politiche che noi abbiamo desunto ci porteranno, dopo aver ora informato la cittadinanza, a fare l’ennesima battaglia in difesa del nostro territorio, mettendoci la faccia e schierandoci in prima fila, come abbiamo sempre fatto in questi anni. Confidiamo che, insieme a noi, siano tanti i cittadini che, guardando negli occhi i loro figli, potranno dire loro di aver fatto di tutto per proteggerli“.