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Inchiesta appalti truccati, Di Bari: «La notizia impone una riflessione politica»

la redazione
La consigliera regionale del M5S: «Con quanta serenità e terzietà l'assessore Caracciolo avrà potuto contribuire a decidere sugli impianti da costruire nella nostra provincia?»
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Sull’inchiesta che vede coinvolto l’ex assessore regionale Caracciolo è intervenuta, con un post sulla propria pagina Facebook, la consigliera regionale del M5S, Grazia Di Bari: «la notizia della chiusura delle indagini sul consigliere regionale Caracciolo e altri otto, impone una riflessione politica.

L’inchiesta riguarda due presunte gare truccate ad Andria e Corato. L’inchiesta è nata da un altro procedimento su un presunto giro di tangenti in cambio di appalti dell’Arca Puglia. La Procura di Bari contesta agli indagati due presunti appalti truccati.

Il primo, risalente al novembre 2017, riguarda la gara indetta dal Comune di Corato per la costruzione della nuova sede della scuola media “Giovanni XXIII”.

Il secondo appalto ritenuto truccato, risalente allo stesso periodo, riguarda la gara da circa 27 milioni di euro indetta dall’Aro 2 Bat per “l’affidamento della concessione di costruzione e gestione del complesso impiantistico per il trattamento della Forsu (frazione organica del residuo solido urbano) ed opere accessorie ad Andria”, che era già stata oggetto di formale attenzione dell’on. D’Ambrosio Giuseppe, di Michele Coratella con gli ex consiglieri comunali e mia.

La gara venne aggiudicata all’Ati, di cui faceva parte la società Green Project Srl degli imprenditori Ermini e Degl’Innocenti. Stando all’ipotesi accusatoria Caracciolo, assicurando a Di Biase e Di Bari , rispettivamente componente della commissione e rup della gara, il loro inserimento nel suo gruppo di lavoro presso l’assessorato regionale, avrebbe indotto i due pubblici ufficiali a favorire gli imprenditori indagati.

Avrebbe poi ottenuto, alcuni mesi dopo, la costituzione di una società, la Biobat srl, con sede legale ad Andria, nello stesso luogo dove ha sede la società Cannone srl di cui l’ex assessore è direttore tecnico.

Quindi sembra di capire che nella sede della Società Cannone, di cui Caracciolo si dice sia il direttore tecnico la Società Biobat, che ha vinto la gara per la costruzione dell’impianto di trattamento della frazione umida, pare avere la sede legale.

Ora, al netto di quelli che saranno gli esiti penali della vicenda e se le ricostruzioni giornalistiche, che ho fin qui fedelmente riportato, dovessero essere confermate mi chiedo se, da un punto di vista politico, sia compatibile ed accettabile che Caracciolo, avendo un incarico nello stesso luogo dove ha sede la società che ha vinto la gara d’appalto, abbia ricoperto l’incarico di assessore all’ambiente ed ora sia componente della commissione ambiente.

Mi chiedo anche con quanta serenità e terzietà l’assessore Caracciolo avrà potuto contribuire a decidere sugli impianti da costruire nella nostra provincia, tra cui quello citato, senza considerare che la stessa Arpa ha formalmente dichiarato che vi sono due impianti per il compostaggio in itinere a Trani (4R) ed Andria (Biobat), ma ne serve uno solo.

Ripeto, la mia è solo ed esclusivamente una perplessità che riguarda il versante politico della questione».

giovedì 21 Novembre 2019

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Domenico Laurent
Domenico Laurent
4 anni fa

L'inchiesta è su “presunta”e non “certa” , poi ci sono tre gradi di giudizio per accertare le responsabilità. Risparmi l'inchiostro su cose più serie.