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Un progetto civico per rimettere in moto la città: la proposta di Vincenzo Caldarone

La Redazione
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Intervista al dott. Vincenzo Caldarone in vista delle amministrative 2020
La ricetta per Andria dell'ex amministratore e attuale referente di "Andria Bene Comune": partecipare ai bandi pubblici con progetti seri e condivisi e "pace fiscale" per risanare il debito
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Da uomo di sinistra, l’ex amministratore, nonché referente di “Andrea Bene Comune”, il dottor Vincenzo Calderone, in vista delle amministrative 2020 sostiene la necessità di mettere in moto la città e reagire alla disperazione che imperversa attuando un progetto politico che guardi «oltre gli schieramenti. Bisogna trovare persone di buona volontà con competenze e contenuti che sposino un progetto e qualcuno a cui poter credere».

Si dichiara disponibile a guidare una coalizione di liste civiche che possano risollevare le sorti cittadine dopo anni di malgoverno.

Per far ripartire la città soldi non ce ne sono nelle casse del comune, che si fa per risanare il debito e far ripartire la città? «Non ci sono soldi nelle casse del Comune – commenta Caldarone – ma ci sono soldi disponibili per progetti di investimento. Cito il “Piano per il sud” che ha delle enormi risorse a disposizione e noi non possiamo restare impreparati. Bisogna arrivare a questi appuntamenti con progetti e aggregazioni sociali. Serve una città che si unisca e degli appalti fatti bene. Si può anche pensare alla “pace fiscale” con i contribuenti che finora non hanno versato i soldi al comune rimettendo a posto il database dei contribuenti fermo ancora a 20 anni fa. Basterebbe dare la possibilità ai contribuenti di pagare subito parte dell’arretrato e rateizzare a lungo termine per la parte restante. Questo significa sanare il passato, abbassare le aliquote e fare i soldi in cassa».

Smart city, mobilità e interramento ferroviario questioni per Caldarone centrali in un programma politico di rilancio della città.

In ultimo un focus ed un chiarimento sui, tanto chiacchierati, 30 milioni di euro di debiti fuori bilancio pagati dall’amministrazione Giorgino (che ne ha fatto un suo cavallo di battaglia nella precedente campagna elettorale) sulle indennità di esproprio del PRU di San Valentino. Caldarone risponde: «Il Comune di Andria ha circa 90 milioni di deficit e non di debito. Significa che sono stati spesi 90 milioni circa che non avevano. Posto che hanno speso soldi per quel motivo, significa aver speso soldi che non avevano in cassa. questo è che ha causato il disastro. Tutte le amministrazioni hanno problemi che rinvengono dal passato, ricordo che durante la mia amministrazione abbiamo pagato 120 miliardi di lire di debiti fuori bilancio. La 167 attuale è potuta rinascere proprio perché avevamo pagato tutti i debiti. Ad ogni modo, nel momento in cui tu stai amministrando e sai che ci sono maggiori oneri di espropri, tu fermi la “musica” e rifai il piano finanziario. Nel momento in cui tu sai che ci sono imprese che per costruire dovrebbero cederti i suoli e non lo hanno fatto, tu rimetti a posto la città, invece sono stati fatti appalti, non sono state date le case in costruzione a San Valentino e hanno fatto anche gli appalti dei mercati rionali che poi sono crollati ed è tutto fermo. Comunque il nostro problema non è sparare su quello che hanno combinato nel passato. Il nostro problema è evitare di rifare ciò che loro hanno combinato in danno della città».

venerdì 21 Febbraio 2020

(modifica il 2 Agosto 2022, 13:20)

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Renato lorusso
Renato lorusso
4 anni fa

Abbiamo un santo vivente ad Andria.