All’1:30 di questa notte si è conclusa la X legislatura con la celebrazione dell’ultimo consiglio regionale prima delle elezioni di settembre.
Una chiusura pessima se si considera che i consiglieri sono “caduti” su un argomento sul quale tutti si erano detti d’accordo sino a qualche ora prima della convocazione ma che, invece, non ha portato ad alcun esito positivo. Si tratta della doppia preferenza da inserire nella legge elettorale per l’elezione dei consiglieri regionali. Nonostante il presidio di numerose donne fuori la sede dell’assise regionale che attendevano da anni il provvedimento, il Presidente dell’Assemblea, Mario Loizzo, ha sciolto la seduta per mancanza del numero legale.
Ancora una volta, tutta la politica regionale disattende le promesse nei confronti di chi chiedeva a gran voce il riconoscimento della doppia preferenza.
Ora, toccherà al Governo centrale intervenire per modificare la legge elettorale e riconoscere un diritto su cui si è preferito non esprimersi per evitare di alterare degli “equilibri maschili” precostituiti e affermati nel tempo.
Diciamo che neppure la maggioranza era convinta di come dover recepire questa imposizione della quota 60/40 nelle liste e il doppio voto di “genere”. In altre parole né maggioranza né opposizione si sono fatte imporre una legge che avrebbe costretto gli elettori pugliesi a votare (e quindi eleggere) persone non in cima al loro gradimento. Una forzatura in chiave femminista che in democrazia non ha senso e causerebbe fortemente il voto popolare.