A pochi giorni dal voto per il rinnovo del consiglio comunale e per l’elezione del Sindaco uno degli interrogativi che ci si sta ponendo riguarda la composizione della massima assise comunale.
A definire la ripartizione dei seggi è la legge che prevede che qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al primo turno, alla lista o al gruppo di liste a lui collegate che non abbia già conseguito almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio, ma abbia ottenuto almeno il 40 per cento dei voti validi, viene assegnato il 60 per cento dei seggi se nessun’altra lista o altro gruppo di liste collegate abbia superato il 50 per cento dei voti validi.
Per il sindaco eletto al secondo turno, cosa che molto probabilmente accadrà ad Andria, la legge prevede che alla lista o al gruppo di liste ad esso collegate che non abbia già conseguito almeno il 60 per cento dei seggi del consiglio, viene assegnato il 60 per cento dei seggi se nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate al primo turno abbia già superato nel turno medesimo il 50 per cento dei voti validi.
Escluso quest’ultimo caso, meglio conosciuto come “anatra zoppa”, ovvero sindaco di uno schieramento politico e maggioranza del schieramento opposto, i consiglieri attribuiti alla maggioranza saranno 19, salvo resti, ripartiti tra le liste della coalizione del sindaco vincente e gli altri 13 saranno attribuiti alla minoranza da ripartirsi sempre in base ai voti di lista e attribuiti ai candidati con maggiori preferenze.
Un numero esiguo che, inevitabilmente, vedrebbe tanti big fuori dal consiglio a vantaggio di un rinnovamento di volti e competenze di cui la città ha tanto bisogno.