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Piano Regionale per la mobilità ciclistica, Di Bari: «Cicloturismo opportunità per la regione»

la redazione
La capogruppo del M5S e consigliera delegata al Turismo: «Parliamo di un turismo sostenibile e innovativo, che continua a crescere nel tempo, generando un indotto importante»
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«Il turismo sostenibile passa anche dal potenziamento delle piste ciclabili. Il cicloturismo rappresenta un’opportunità di crescita per la nostra regione, che non possiamo sprecare. Parliamo di un turismo sostenibile e innovativo, che continua a crescere nel tempo, generando un indotto importante. Il Piano Regionale per la mobilità ciclistica (PRMC), cui abbiamo dato oggi parere favorevole in Commissione, ha come obiettivo proprio quello di promuovere la mobilità ciclistica». Lo dichiara la capogruppo del M5S e consigliera delegata al Turismo Grazia Di Bari.

Il piano ha individuato le dorsali ciclabili regionali, riprendendo i tracciati già individuati dal Piano Attuativo 2015-2019 del Piano Regionale dei Trasporti sulla base della rete delle ciclovie europee (EuroVelo), nazionali (Bicitalia) e regionali (progetto CYRONMED).  A tali tracciati, sono stati aggiunti alcuni nuovi tracciati regionali funzionali a garantire una buona accessibilità e una densità di percorsi ciclabili uniforme su tutto il territorio regionale. Complessivamente, le ciclovie individuate dal piano sono sedici, comprese le varianti ai percorsi principali. Di queste una  ciclovia appartiene alla rete degli itinerari di valenza Europea in quanto coincidente con il tratto pugliese della Ciclovia Francigena; due ciclovie appartengono al Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche: la Ciclovia dell’AQP e parte della Ciclovia Adriatica, le altre 13 ciclovie sono in parte coincidenti con itinerari nazionali della rete Bicitalia e in parte costituiscono percorsi di interesse regionale.

Il Piano prevede che le priorità di intervento ricadano sulle ciclovie turistiche di scala nazionale, individuate e finanziate a livello nazionale. Per questo in cima alla lista di priorità c’è la “Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese”, per l’intera estensione da Caposele (AV) a Santa Maria di Leuca (LE). L’altra ciclovia nazionale in cima alla lista è la “Ciclovia Adriatica”, nel tratto che si estende da Chioggia, in provincia di Venezia, a Vieste e si auspica che possa essere finanziata dal Ministero per la sua completa estensione, fino a Santa Maria di Leuca.  

«Il completamento di queste due ciclovie – conclude Di Bari –  è un obiettivo strategico per potenziare il turismo di qualità, per questo ho chiesto informazioni per l’inserimento del tratto Manfredonia – Trinitapoli nella ciclovia Adriatica, viste le rassicurazioni ricevute  dal presidente della Provincia di Foggia Gatta, sulla disponibilità dell’ente a fare la propria parte per rendere disponibili i rilievi, gli studi e le indagini necessarie per la definizione puntuale del tracciato  per la parte di propria competenza. Per quello che riguarda la Ciclovia dell’Acquedotto  ho chiesto chiarimenti sui tempi di ripartenza per il quarto lotto nel tratto Villa Castelli – Grottaglie, per cui mi è stato risposto che l’inizio dei lavori è  previsto per l’inizio di  ottobre, con il completamento entro gennaio 2022. Il mio impegno, in qualità di consigliera delegata al turismo, sarà di seguire gli sviluppi di questi lavori e di confrontarmi con tutti gli attori interessati su progetti per contribuire alla valorizzazione e alla promozione del cicloturismo». 

venerdì 24 Settembre 2021

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Franco
Franco
2 anni fa

Ormai è fin troppo evidente che le ciclovie costano troppo e solo in Italia. Un business ormai collaudato da 100 mila euro a chilometro, finanziato allegramente dalla UE (nell'Europa del Nord le ciclovie piacciono) e sul quale la stessa Ue dovrebbe accendere un faro per individuare sprechi e regalie.