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Atp Castel Del Monte Andria: vince Ignatik, perde il Comune

La Redazione
Il bielorusso batte Heyman in Palasport per gran parte vuoto. L'unica nota positiva è la vittoria italiana nel torneo di doppio
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E così va in archivio anche la 5^ edizione dell’Atp Andria Castel del Monte. Vince in tre set il bielorusso Uladzimir Ignatik, che ieri ha battuto il belga Christopher Heyman 6-7, 6-4, 7-6 dopo due ore e dieci minuti di gara. Un’edizione segnata anche dalla vittoria nel torneo di doppio da parte della coppia italiana formata da Lorenzo Sonego e Andrea Vessori, i quali hanno superato Sander Gille e Sander Arends 6-3, 3-6, 10-7. Un torneo che si conferma nuovamente fortunato per l’Italia e che indubbiamente dimostra di aumentare il proprio tasso tecnico di anno in anno.

Il valore del tennis visto in campo, però, è inversamente proporzionale a tutto ciò che gira attorno alle linee del campo in blu. Bastava guardarsi attorno per osservare un Palasport per 3/4 vuoto (vicine al “sold out” solo le tribunette a bordo campo), lontano dalle quasi duemila persone presenti nelle prime edizioni. Un torneo ben organizzato per gli atleti, ma che dà l’impressione di non aver più bisogno di “vendersi” per il territorio. Perché, se si esclude la sua valenza benefica (partner dell’edizione è stata la LILT, la lega italiana per la lotta contro i tumori) sono state pressoché nulle le iniziative volte al coinvolgimento attivo di tutta la cittadinanza (non bastano solo quelle strettamente relegate ai circoli tennis).

Dunque qualche domanda sorge spontanea: era veramente necessario, visto il tanto paventato supporto da parte dei privati, che il Comune di Andria stanziasse la somma di ben 37.000 euro per il sostegno dell’organizzazione? Non bastava sottrarre le strutture, concesse tra l’altro ad uso gratuito, a tutte le altre associazioni sportive cittadine per due settimane? A nostro modesto parere, il tutto poteva essere largamente evitato vista la situazione economica gravissima in cui vertono le casse comunali. Una mossa che si potrebbe definire quasi sadica, se si considerano tutte le grosse falle che l’evento ha mostrato in conclusione. Una mossa più politica, che sportiva. Più un doppio fallo, che un rovescio della vittoria.

E non si dia la colpa alla scarsa passione degli andriesi o alla natura di uno sport meraviglioso che per molti risulta “di nicchia”. Per alimentare il movimento tennistico serve ben altro che una cattedrale nel deserto occupata per due settimane e poi sportivamente “abbandonata” per 12 mesi. E serve sicuramente ben altro che qualche parola buttata in faccia alle telecamere per poi far ripiombare tutto, come sempre, nel silenzio dei fatti

lunedì 27 Novembre 2017

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VINCENZO MURAGLIA
VINCENZO MURAGLIA
6 anni fa

Complimenti alla redazione soprattutto per la oggettiva ed inconfutabile considerazione che “Per alimentare il movimento tennistico serve ben altro che una cattedrale nel deserto occupata per due settimane e poi sportivamente “abbandonata” per 12 mesi”. Bravi.