Il Dpcm del 18 ottobre modifica il precedente del 13 ottobre in senso restrittivo, per quanto riguarda l’attività sportiva, sospendendo i momenti di contatto fisico per discipline che venivano precedentemente vietate solo a livello amatoriale e consentendo allenamenti esclusivamente individuali.
Questo un passaggio del decreto: “sono consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali; per tali eventi è consentita la presenza del pubblico negli impianti sportivi con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 per quelle in luoghi chiusi. Confermato lo stop di tutti gli sport di contatto “aventi carattere amatoriale”.
A questo disagio, bisogna aggiungerne un altro, già presente nel nostro territorio, ossia quello legato alla precarietà delle strutture. In primo luogo vi è il problema riguardante la gestione, per la quale si occupa la Multiservice. Di questa gestione però è prevista una copertura limitata di sole 20 ore, nelle quali deve occuparsi dell’apertura, della sanificazione, della manutenzione e della conseguente chiusura. Dunque gran parte di queste 20 ore verrebbero usate solo per la gestione, mentre il tempo restante sarebbe usato per le partite di campionato.
Quindi, le società sportive dovrebbero trovare un altro modo per far allenare le proprie squadre, come è già successo che si è stati costretti a svolgere allenamenti al centro sportivo Lamapaola, in condizioni totalmente differenti, dal punto di vista tecnico, rispetto a quelle che consentirebbero il palazzetto dello sport.
In secondo luogo c’è il problema legato alle tariffe delle strutture comunali il cui aumento ha messo in difficoltà le associazioni sportive.
Pertanto, sarebbe auspicabile un intervento delle Istituzioni affinché ci siano azioni volte a tutelare lo sport che, anche a causa della pandemia, versa in una profonda crisi.