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Marco Zingaro, segni particolari? Una star di Hollywood made in Andria!

Lucia M. M. Olivieri
Un curriculum già impressionante, con partecipazioni a produzioni di alto calibro, da "007 Spectre" a "I Medici, The Masters Of Florence" con Dustin Hoffman, per un talento tutto andriese
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Marco Zingaro
segni particolari: barba ben cresciuta, a due passi dal medio Oriente.

Io ci aggiungo una grande personalità, fatta di simpatia, di disponibilità, come dimostrano i messaggi scambiati anche in orari improbabili, e una bella parlantina. Un attore con un futuro, insomma, che in realtà è già presente.

Marco, classe 1982, è una star del panorama cinematografico internazionale, come dimostra il suo già nutrito curriculum: ed è nato ad Andria, dove ha trascorso gli anni della scuola per poi trasferirsi a Roma a studiare arte drammatica.

Un guascone dalla battuta pronta, appassionato di motociclismo (che ha ereditato dal fratello e «da un nonno che era nella divisione motociclisti dell'esercito durante la guerra»), che ha recitato in uno dei film di 007 con Daniel Craig e Monica Bellucci, e perfino al fianco di Dustin Hoffman.

Gli abbiamo rivolto qualche domanda per conoscere meglio questo talento tutto andriese della settima arte.

Curriculum:
Cinema:
– I Medici, The Masters Of Florence – Matteo. Regia Sergio Mimica Gezzan. Prodotto da Lux e Big Light.
– Belli Di Papà – Rocco. Regia Guido Chiesa, prodotto da Medusa.
– 007 Spectre – Complice messicano di Gallo. Regia Sam Mendes. Prodotto da Eon Productions.
– Tyrant – Salim. Regia Michael Lehmann. Prodotto da 20th Century Fox.
– Evolution Of Evil – Osama Bin Laden. Regia Gerry Pomeroy. Prodotto da History&Discovery Channel.

Teatro:
– Housed – Anghelo. Regia Alex Ferries. The Old Vic Theatre (Londra).
– Chapter Six: Life – Colin. Regia Dan Shorten. International Performing Arts Festival di Busan (Sud Korea).

Come vive un attore la metropoli Londinese?
Mi reputo anzitutto fortunato e fiero delle mie scelte prese nonché dei quotidiani sacrifici da affrontare per  "sopravvivere" a Londra. Il lavoro al pub, mestiere che mi segue sin dall'età di sedici anni, può esserne un esempio. È una città meravigliosa, anche se, credo che ogni città in giro per il mondo possieda una propria unicità.
La vivo come merita d'essere vissuta, con le sue "rush hours" e la sua immensa generosità nell'ospitare gente diversa da ogni angolo del pianeta. A lei devo molto, mi piace spesso pensare che Andria mi abbia cresciuto, Roma formato…ma Londra mi ha cambiato. E lo ha fatto senza guardarmi in faccia, prendendomi a schiaffi e magari donandomi una carezza in una sua giornata di relax. È dura, aspra, arrivista, talvolta folle ma in  quella follia puoi vederci un futuro e la possibilità di dirti "I'll do it", qualsiasi mestiere tu faccia, qualsiasi strada tu decida di percorrere. Un vantaggio non da poco per chi come me ha fatto dell'Arte la sua vita.

Mi piace però soffermarmi non solo su Londra, ho ereditato da mio fratello Alessandro -biker globetrotter- e da un nonno che era nella divisione motociclisti dell'esercito durante la guerra, la voglia di viaggiare in moto e l'aver guidato da Londra sino a Roma e poi in Puglia per raggiungere il set di "Belli di Papà" per due volte in tre mesi, lo conferma.

Il tuo rapporto con Andria?
Andria è casa così come Roma. Ovvio Andria è il luogo dove vivono i miei ricordi sino ai 19 anni, la mia famiglia che mi ha sempre emotivamente supportato, soprattutto nei momenti più complicati, quelli dove c'è bisogno di comunicare e di avere qualcuno che ti aiuti a rimanere concentrato sui tuoi obbiettivi e gli amici di sempre che adoro rincontrare.

È il luogo per me dove tutto ha avuto inizio, quel luogo che presto ho sentito troppo stretto ma che nell'arco di tutti questi anni é stato coraggiosamente in grado di modificarsi. Quell'Andria della domenica spensierata allo stadio e talvolta anche pericolosa nel mio periodo adolescenziale ora ha lasciato il posto ad una cittadina più bianca del solito, più viva e giovane del solito ma ancora orfana di un teatro e di una stagione teatrale contemporanea. Nonostante questo, non posso che ritenermi fortunato d'essere Andriese o come preferisco definirmi anche all'estero "un cittadino del Sud" che vanta d'essere Pugliese.

Consigli per un giovane attore?
Non credo di aver avuto mai la sensazione d'essermi trovato ad affrontare un set "difficile". Credo però, e questo è il primo consiglio che darei ad un giovane attore/attrice, che questo "modo di vivere" e non "mestiere" vada vissuto al massimo divertendosi e senza mai prendersi troppo sul serio…un po' come fanno i bambini quando giocano a fare i grandi.
Sono i primi a mettersi in gioco da subito, non hanno peli sulla lingua e potrebbero giocare ad esserlo sino all'infinito con una bella risata nel finale. Ovvio questo "modo di vivere" è pieno di tante sconfitte e pochissime vittorie, può allontanarti da chi vuoi bene, ma tutto sta a te. Tutto sta ad avere una giusta centralità senza mai dimenticare da dove si viene e al fianco di chi o cosa si é cresciuti.

Se proprio dovessi citare un'esperienza in particolare nella mia sin qui breve ma piena carriera, allora ne sceglierei due.
La prima appartiene al mio periodo come allievo presso l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico".
Ero stato selezionato assieme ad una mia cara amica da un regista del Teatro d'Ungheria che in quel periodo presso il nostro istituto svolgeva uno stage. Trasferitomi a Budapest per alcuni mesi mi sono dovuto subito adattare ad una lingua assolutamente fuori dal comune. Ma dovevo impararla ed anche in fretta visto che in scena ero io ad andarci!
Quella esperienza, quelle difficoltà mi hanno insegnato che una volta imparato l'Ungherese potevo andare ovunque, avrei potuto adattarmi molto presto a qualsiasi luogo straniero e quindi a qualsiasi nuova cultura, a qualsiasi nuova forma d'Arte.

La seconda, più recente ma di certo connessa a quella ungherese, è stata quella che mi ha portato ad essere sul set di un film su James Bond (Spectre) diretto da un mostro sacro come Sam Mendes.
Avevo scelto di raggiungere il set di "Evolution of Evil" nel quale interpretavo Osama Bin Laden, guidando d'inverno in moto sino a Devon. Durante le riprese ho ricevuto una chiamata dal mio agente a Londra il quale mi aveva fissato un provino il mattino seguente. "A Bond audition…and you know what does it mean Marco!", questo mi disse. Contro il volere del regista con cui stavo lavorando in quel momento, la stessa notte sfidando freddo, pioggia Britannica e qualche fagiano o coniglio che d'improvviso attraversava le strade ghiacciate della campagna, sono partito alla volta di Londra per poi subito rientrare alla base. Non contento l'ho rifatto due giorni dopo per il call back! Alla fine quel ruolo era mio, quell'esperienza così tanto voluta -seppur piccola- era il premio per tanti sacrifici fatti prima. Da sempre penso che qualsiasi cosa tu voglia o decida di fare, sia nelle tue sole mani. Sta a te avere il coraggio di prenderti una dovuta responsabilità, senza mai cercare scuse con te stesso/a.

Progetti futuri?
Ora mi godo il bel e inaspettato risultato ottenuto con "Belli di Papà", ma nel frattempo sono nuovamente in Italia tra Roma e la Toscana per le riprese de "I Medici, The Masters of Florence". Produzione Italo-Inglese diretta da Sergio Mimica-Gezzan che nel cast vanta anche un altro mostro sacro quale Dustin Hoffman ed il giovane ex protagonista di Games of Thrones Richard Madden. Interpreto Matteo, un avido mercenario in lotta con la famiglia Medici. Un film in costume quindi, con un cast in prevalenza straniero e che mi vedrà in onda sulla rete RAI nei primi mesi del 2016.

Appuntamento a presto quindi…e nel frattempo non stancatevi mai di andare a teatro o al cinema!

lunedì 23 Novembre 2015

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