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La Puglia fa scuola di diritti. Nuovo sit in con le delegazioni regionali dei “nastrini rossi docenti”

La Redazione
Un sit in che avrà come scopo quello di continuare ad avere alta l'attenzione sulle problematiche legate alla mobilità dei docenti e al problema delle cattedre ancora scoperte
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Candele rosse accese di speranza tra le mani e il nastrino rosso ai polsi, simbolo del triplice amore per la propria terra, la scuola e la famiglia. Così manifesteranno i docenti deportati dalla riforma della “Buona scuola”, i nastrini rossi docenti (Nrd), che oggi pomeriggio alle 18 si sono dati di nuovo appuntamento sotto il porticato della regione Puglia a Bari, insieme alle delegazioni dell’Abruzzo, della Basilicata e della Sicilia, mentre in contemporanea a Napoli i Nrd manifesteranno sotto il palazzo della Regione in via Santa Lucia e a Cosenza in piazza XI settembre.

Il nuovo sit in è stato organizzato in vista dell’appuntamento del 2 novembre prossimo in cui le organizzazioni sindacali ed il Miur decideranno delle sorti dei docenti deportati con la nuova mobilità.

Un sit in che avrà come scopo quello di continuare ad avere alta l’attenzione sulle problematiche legate alla mobilità dei docenti, dove migliaia di insegnanti, pur di svolgere la loro professione, sono stati "costretti" ad aderire al piano nazionale che li ha portati ad ottenere cattedre al centro nord Italia, quando le possibilità di insegnare al Sud ci sono. Ne sono l’esempio gli oltre 4 mila posti a tempo determinato, tra deroghe e organico di fatto messi a disposizione dall’Usr Puglia, l’ufficio scolastico regionale, a fronte dei 3mila e 200 docenti deportati dalla riforma in scuole del Centro-nord.

Cattedre messe a disposizione solo per l’anno 2016/2017 che però rendono bene l’idea che i docenti pugliesi sia a tempo indeterminato che i precari servono nella nostra Regione.

Il caso di Andria è emblematico: ci sono ancora numerose cattedre scoperte, nonostante alcuni di questi docenti siano tornati temporaneamente con le assegnazioni provvisorie, e a farne le spese sono gli studenti, in particolare disabili, senza insegnanti di sostegno.

“Manovalanza intellettuale” formata nelle scuole del meridione per gli alunni e la società del Centro-sud. Un dato, quello dei posti non messi a disposizione per la mobilità ma che di fatto sono posti vacanti, che è comune in molte regioni meridionali e che purtroppo non ha potuto fermare quell’emorragia di professionisti dal Sud al Nord.

I professori pugliesi supportati dall’Istituzione regionale che lo scorso 21 luglio ha approvato all’unanimità la mozione “la buona scuola”, a sostegno dei docenti pugliesi e che ha come primo firmatario Alfonso Pisicchio, presidente della VI Commissione Istruzione, oggi si sentono rappresentati dal movimento spontaneo dei nastrini rossi (simbolo di legame con la propria regione, la scuola e la famiglia) divenuto simbolo anche di unione e di speranza contagiando le altre regioni centro meridionali, perché la verità è che le cattedre al Sud ci sono e che i docenti, non sono troppi al Sud, ma troppo pochi!

E che dunque sarebbe giunto il momento di porre fine a quella emergenza sociale cui solo una “vera” buona scuola può fronteggiare.

Durante i sit in dei Nrd sono stati invitati i sindacati che siederanno al tavolo delle trattative con il Miur mercoledì prossimo e i Nrd, in quell’occasione chiederanno anticipazioni sulle soluzioni che verranno proposte al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini per ristabilire giustizia ed equità di trattamento.

venerdì 28 Ottobre 2016

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docente che ha fatto il suo vincolo di,permanenza e non ha avuto santini
docente che ha fatto il suo vincolo di,permanenza e non ha avuto santini
7 anni fa

Certo che mancano.
Scioperano invece di lavorare.
Che abbiano 10 o 60 anni di servizio pre ruolo ora la smettessero.
Hanno firmato e facessero il vincolo,come han,fatto tutti!;

Rosanna maresca
Rosanna maresca
7 anni fa

Lamentele inconcepibile ed inaccettabili
La legge 107 era chiara assunzione NAZIONALE
BASTAAAAA PIAGNUCOLARE

Ilaria Leopizzi
Ilaria Leopizzi
7 anni fa

Il triplice amore per la mia terra la mia famiglia e la scuola mi ha fatto scegliere di non fare domanda e di aspettare il ruolo nella mia provincia, ruolo che dovrò avere subito visto che sono seconda in graduatoria e chi al contrario di me ha scelto di fare domanda per avere in ruolo in qualsiasi parte D’ Italia ora non può pretendere di insegnare da subito nella sua provincia, ma rispettare le regole che lui stesso ha accettato.

Giovanni D’Aquino
Giovanni D’Aquino
7 anni fa

Ma si vergognassero!!!!
Hanno accettato le regole per poi lamentarsi ed ottenere emendamenti per riavvicinarsi a casa. Tutto bene se non avessero RUBATO il lavoro a chi era in GAE.
UNA VERGOGNA TUTTA ITALIANA!!!!!

Lucia Adinolfi
Lucia Adinolfi
7 anni fa

Quando si trattava di passare di ruolo su una delle 100 province,tutti disposti,adesso invece pretendono di rimanere sotto casa,anche a costo di “scippare” il posto agli ex colleghi in Gae.E la vergogna è che glielo stanno permettendo!Logico che le cattedre sono rimaste vuote:il piano straordinario di assunzioni della l.107,doveva servire proprio a risolvere questo problema!!!

Ignazio Castellett
Ignazio Castellett
7 anni fa

Quando ho scelto di rimanere in GaE ho valutato tante cose, tra cui il vincolo che la 107 imponeva di rimanere per tre anni nella sede assegnata, molto probabilmente al Nord. Poi, per agevolare i cosiddetti “deportati”, sono venute la possibilità di differimento della presa di servizio, la deroga sul vincolo triennale alle assegnazioni provvisorie, la possibilità di assegnazioni su sostegno senza averne titolo. Il tutto a danno di chi è rimasto in GaE decidendo in base ad una legge dello Stato. VERGOGNA! E poi basta di chiamarli “deportati”: loro hanno spontaneamente accettato un posto di ruolo lontano da casa, NESSUNO LI HA COSTRETTI!

paola borreca
paola borreca
7 anni fa

Ma quali diritti!! Come ribadito dalla Giannini hanno sottoscritto VOLONTARIAMENTE senza alcuna costrizione di volere il ruolo al Nord e ora al Nord devono andare!!

Maria
Maria
7 anni fa

Hanno preso tutti i posti disponibili e hanno lasciato le briciole a noi docenti ancora in GAE … siamo stati beffati dalla 107 e dai vari restyling che ha subito … ed ora continuano a piangere !!! Avete voluto il ruolo subito … ora rispettate la legge.

rosaria
rosaria
7 anni fa

Ma quali deportati..andate a lavorare ..sapevate benissimo che il piano di assunzione era a livello nazionale. Vi ricordate solo ora della famiglia, degli affetti, della propria terra???

Francesca Neto
Francesca Neto
7 anni fa

DEPORTATI? Questa parola usata da INSEGNANTI? Nessuno è stato obbligato ad accettare il piano NAZIONALE VOLONTARIO d’assunzione. Nell’adesione i “nastrini rossi” hanno accettato VOLONTARIAMENTE di lavorare in tutte le province. NESSUNO E’ STATO DEPORTATO!!!! Nastrini rossi hanno sottoscritto un contratto che non vogliono rispettare. Chi invece è stato DANNEGGIATO? I DOCENTI ISCRITTI NELLE GAE che hanno scelto di NON aderire al CONTRATTO VOLONTARIO per NON PARTIRE, ma i posti destinati a loro sono stati dati ai nastrini rossi.I NASTRINI ROSSI non sono ancora contenti: VOGLIONO TUTTO E A TUTTI I COSTI! Non importa se sottraggono posti che non erano destinati a loro, mettendo in ginocchio migliaia di famiglie e creando GRAVI DANNI E DESTABILIZZAZIONE A TUTTA LA SCUOLA. Penso che bisogna mettere un punto alle richieste illegittime dei neoassunti.