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Vent’anni fa moriva mons. Giuseppe Lanave

La Redazione
Vescovo molto determinato, deciso, di grande potenza spirituale e anche concretezza operativa
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Venti anni fa, l’8 dicembre del 1996, moriva Mons. Giuseppe Lanave, Vescovo della Diocesi di Andria, Canosa e Minervino Murge. Venti anni dopo, il 10 dicembre, alle ore 19.30, Mons. Luigi Mansi, Vescovo diocesano da alcuni mesi, celebrerà una Santa Messa in sua memoria nella Basilica di Santa Maria dei Miracoli pregando sull’altare della grotta dove è anche sepolto Mons. Lanave. L’iniziativa era stata proposta nei mesi scorsi da alcuni tra coloro che erano stati più vicini al Vescovo Lanave e Mons. Mansi l’ha fatta sua con particolare attenzione e disponibilità. 

Mons. Lanave è stato un Vescovo molto determinato, deciso, di grande potenza spirituale e anche concretezza operativa. Nei quasi 20 anni trascorsi alla guida della Diocesi, Lanave ha svolto il suo ministero dando impulso ad una profonda azione rinnovatrice della Chiesa locale e stimolando responsabilità ed impegno anche per la comunità civica richiamando, più volte, gli amministratori pubblici delle 3 città ai loro doveri nella gestione della cosa pubblica. Memorabile anche un forte j’accuse rivolto ai professionisti andriesi di cui sollecitava più amore per il bene comune, più senso di responsabilità e di appartenenza alla città.

Tanta forza e determinazione erano anche il frutto della particolare esperienza umana e spirituale vissuta durante la seconda guerra mondiale. Ordinato sacerdote nel 1935, Lanave fu infatti cappellano militare sul fronte greco-albanese , denunciò le condizioni di vita dei prigionieri italiani nella Jugoslavia comunista di Tito e rischiò la fucilazione. Dopo la guerra l’incarico di parroco della parrocchia di San Pasquale a Bari dal 1953 al 1960, quindi le responsabilità a livello regionale e nazionale all’interno dell’Azione Cattolica dal 1948 al 1969. Quello stesso anno, il 29 marzo, venne nominato vescovo di Andria e, due mesi dopo, ordinato il 18 maggio dal cardinale Luigi Traglia, co-consacranti l’arcivescovo Enrico Nicodemo e l’arcivescovo Franco Costa. Il 19 novembre 1988 si dimise per raggiunti limiti di età, conservando il titolo di vescovo emerito di Andria. Fino alla sua morte, l’8 dicembre 1996, ha abitato in via Santa Maria Vetere, a ridosso di piazza Porta La Barra, nel cuore del centro storico di Andria che amava tanto, lui che figlio di un antiquario barese aveva maturato una sensibilità ed una competenza particolari nell’arte sacra tanto da aver trasformato un’ala del palazzo vescovile in una sorta di spazio museale,in cui conservare reperti importanti, primo nucleo del progettato Museo Diocesano che si sarebbe poi realizzato moltissimi anni dopo nella sede della Comunità Braccianti, fondata e guidata per decenni da un sacerdote concreto, Don Riccardo Zingaro.

giovedì 8 Dicembre 2016

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