Attualità

Mastropasqua: «Il Mal d’Africa è un sentimento che ti cambia la vita»

Pierpaolo Muraglia - Adriana Di Gioia - Angelica Ciciriello
Un piccolo excursus sul ruolo dell'associazione "Insieme per l'Africa" e sui progetti in Etiopia
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Tra le attività svolte durante il periodo di alternanza scuola-lavoro, abbiamo avuto l’occasione di intervistare il presidente dell’associazione “Insieme per l’Africa”, Emanuele Mastropasqua.

Nata nel 2003, con sede in via Bologna 49, con l’esigenza di constatare ed intervenire laddove le condizioni di scarsa igiene e povertà economica e sociale del continente nero sono alquanto disastrose.

Cosa spinge i volontari ad aiutare con le proprie energie fisiche ed economiche le popolazioni africane? L’amore, il sentimento di compassione e solidarietà per un popolo che non ha niente, un popolo che difficilmente riesce a mettere il piatto in tavola, un popolo costretto a camminare chilometri sotto il sole cocente per raggiungere un pozzo e attingerne quel poco che permetta di far sopravvivere la propria famiglia. Un popolo che lotta quotidianamente contro la fame, la povertà e la guerra.

Dimenticati da Dio, totalmente ignorati dal governo che li vuole “ignoranti” e facilmente psicolabili con un pezzetto di pane tra le mani, ecco che entrano in gioco i volontari dell’Onlus andriese per dar loro una mano costruendo diverse scuole per garantire un minimo d’istruzione che permetta loro di riscattare la propria posizione e, a loro volta, mettere a disposizione dei propri concittadini le conoscenze acquisite, nella speranza che il problema si risolva alla radice.

«La soluzione, -come afferma Mastropasqua-, è aiutarli in casa loro, diffondendo cultura e valori e risollevare le sorti di un paese letteralmente abbandonato a se stesso, dove chi è ricco si prende tutto, e chi è povero è costretto a sopravvivere nella miseria più totale».

Tra un sorriso ed una commozione, il presidente ha parlato di “mal d’Africa” ovvero un sentimento che ti travolge, consentendo di conoscerla da un altro punto di vista: ricchezza d’animo e voglia di collaborare per un futuro migliore contrapposta alla povertà e l’ignoranza che li tiene prigionieri da troppi secoli, impedendo loro qualsiasi forma di emancipazione.

Accogliere coloro che fuggono dalle sopracitate condizioni disumane può essere un inizio, ma non è l’unico modo per evitare che possano abbandonare la propria casa, le proprie abitudini e gli affetti solo per inseguire la speranza di una sistemazione migliore.

A nulla serve stanziare fondi per la ripresa socio-economica del terzo mondo se poi più del 90% viene diviso tra le varie componenti del governo, mentre alla povera gente vengono concesse solo le “briciole”. Occorre dunque intervenire direttamente e concretamente con la costruzione di scuole e ospedali grazie a fondi raccolti tramite beneficienze e utilizzati interamente per tale progetto.

«Ed è proprio per questo- afferma Mastropasqua- che ritengo che il volontariato in Africa cambi la vita. Ho dedicato ben 13 anni della mia esistenza a tali progetti, ho girato quasi tutta l’Africa al solo fine di poter fare qualcosa di più concreto rispetto a diverse altre associazioni umanitarie.

Serve il contributo di tutti per aiutare queste persone in difficoltà. Il sorriso di un bambino vale più di qualsiasi forma di ingordigia, e la coscienza solidale deve albergare nei nostri cuori, noi volonterosi di potergli dare un aiuto concreto. Dare loro le basi per un futuro che attualmente non gli è consentito. Perché se non lo facciamo noi, a loro chi ci pensa?

lunedì 23 Ottobre 2017

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