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Il teatro di Andria: un progetto così utopistico?

La Redazione
Ad oggi Andria, con oltre 100.000 abitanti, manca ancora di un teatro degno del suo nome e adeguato ad una città che è capoluogo di provincia ormai da diversi anni
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Il teatro: un termine che sottende un concetto non solo fisico, ma anche ideale. È il luogo nel quale confluisce e si svolge una parte importante della vita sociale di una comunità. Un luogo che si rende espressione del senso di appartenenza della collettività ad una medesima identità culturale. Un luogo dinamico, aperto all’apprendimento, al confronto, allo scambio intellettuale e alla circolazione di nuove idee. Il teatro è un po’ tutto questo. Ad oggi ogni città che si rispetti ne ha uno. Non è necessario andare molto lontano per constatarlo. Ci basti guardare alle nostre “vicine di casa”. Per citarne solo alcuni: il noto Teatro Curci di Barletta, l’elegante Teatro Impero di Trani, il monumentale Teatro Lembo di Canosa di Puglia, lo storico Teatro Garibaldi di Bisceglie o il graziosissimo Teatro comunale di Corato. E Andria? È mai possibile che una città come la nostra sia sprovvista di una struttura idonea a tale funzione?

È alquanto imbarazzante poter riscontrare che Andria, una città con oltre 100.000 abitanti, quarto comune pugliese per popolazione, capoluogo e sede di provincia, non ospiti uno spazio fondamentale nell’ambito di una qualsivoglia società. In realtà Andria ha, o meglio, ha avuto, in un passato non troppo remoto, un teatro cittadino. Stiamo parlando del Teatro Astra, un edificio che vanta oltre cento anni di operatività, una storia ricca di eventi, manifestazioni, spettacoli e convegni. Il suo palcoscenico è stato calcato dalle più prestigiose compagnie teatrali e musicali, nonché da grandi personalità dello spettacolo, della cultura e della politica. Di questo passato glorioso, rimane un edificio fatiscente, obsoleto, abbandonato in uno stato di incuria e di degrado ed esposto all’estro artistico del “writer” di passaggio. Nell’ultimo periodo sono state molteplici le proposte e le obiezioni sollevate dai cittadini andriesi per far riaprire le porte del teatro dormiente. Clamorosa è stata la racconta firme ad opera del Co.Ado. che è tornata in questi mesi sull’argomento proponendo al Sindaco Giorgino di sedere a un tavolo con i proprietari dell’immobile e ipotizzare una eventuale acquisizione dello stesso grazie anche all’intervento di privati. Lo stesso comitato si è fatto promotore della costituzione di un’Associazione degli Amici del Teatro con un regolare Statuto, finalizzata ad agevolare, attraverso l’organizzazione di pullman, il raggiungimento di altri teatri per assistere agli spettacoli.

Ma nonostante l’immane dispendio di energia i battenti dell’Astra restano chiusi e le speranze di una loro prossima riapertura si fanno sempre più vaghe. Sembra ormai assodato che una sua eventuale riqualificazione strutturale andrebbe incontro ad asperità tecnico-logistiche insormontabili: l’assenza di aree per il parcheggio delle auto, il problema della viabilità, la mancanza di un’area di manovra utile ai mezzi di trasporto e soprattutto la proprietà privata dell’immobile. Tutti fattori che contribuiscono a rendere l’Astra (triste da dire) un teatro irrecuperabile. Non si vogliono negare le imponenti disponibilità finanziarie ed economiche che un simile progetto esigerebbe, né è intenzione del presente articolo porre l’accento sul caso specifico del Teatro Astra, argomento del quale si è ampiamente parlato e dibattuto in altre occasioni. Si pone qui, più in generale, l’esigenza e il dovere di restituire alla comunità andriese un centro culturale di riferimento del quale, al momento, la nostra città è carente.

Risale, invece, al 1° settembre la notizia, apparentemente clamorosa, dell’inaugurazione di un nuovo contenitore culturale all’interno della città di Andria. Il luogo in questione è il più noto ex macello comunale di via Don Riccardo Lotti che, dopo quasi cinque anni di lavori, rivive di un rinnovato splendore architettonico. “Finalmente!” verrebbe da esclamare. Ma non è tutto oro quel che luccica. È bene chiarire, infatti, che solo una parte dell’immobile (il piano terra e la collinetta esterna per gli spettacoli all’aperto) è pronta per la pubblica fruizione, mentre l’inaugurazione degli spazi restanti è stata posticipata a data da destinarsi. Fatto sta che, trascorsi più di quattro mesi dall’evento di inaugurazione, a parte poche occasioni, tutto tace e si fa strada il timore che si tratti dell’ennesimo cantiere avviato e lasciato a riposo. C’è il sospetto che tutta questa fretta nell’inaugurare il nuovo edificio sia stata dettata dall’impellente bisogno di lenire gli scalpitanti reclami di una cittadinanza ormai stufa di non poter prendere parte come vorrebbe a interessanti iniziative e proposte culturali. Peraltro questo non meglio definito “contenitore culturale”, come si evince dalle dichiarazioni del sindaco, dovrebbe fungere anche da sede teatrale.

Tuttavia, ad un primo sopralluogo, gli interni della struttura si presentano spogli, vuoti, privi di una platea, di una balconata, di un palcoscenico, di un backstage, di un opportuno impianto acustico. Privi, in ogni caso, di tutte quelle componenti sceniche e strutturali che si addicono a un ordinario teatro. A questo punto le domande che ci poniamo sono le seguenti: può davvero una tale struttura assurgere al ruolo di nuovo teatro comunale della città di Andria? Avrà mai i mezzi e le potenzialità necessarie per fare le veci del Teatro Astra, con tutto ciò che questo luogo ha rappresentato per gli andriesi nell’arco di un secolo di storia? Potrà mai colmare il vuoto che per troppi anni ha impoverito la nostra città? Domande lecite, che meritano una maggiore chiarezza. Sicuramente è apprezzabile e lodevole l’impegno perseguito dall’amministrazione comunale di restaurare e riqualificare una vecchia struttura caduta in disuso, come anche è ammirevole il proposito di dotare la nostra città di un contenitore culturale. Non bisogna dimenticare, però, che questa stessa città si è aggiudicata lo spiacevole primato di essere una delle poche province d’Italia (se non del mondo) a non possedere un teatro comunale. Ben venga l’allestimento di nuovi centri culturali, ma quello che gli andriesi chiedono non è un insoddisfacente surrogato, ma un teatro meritevole del buon nome della nostra città.

venerdì 19 Gennaio 2018

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Giuliana Persichilli
Giuliana Persichilli
6 anni fa

E' davvero assurdo, ma credo che insistere sul teatro Astra è inutile, ormai è finalizzato ad altri obiettivi. Prendiamo atto che ad Andria non esiste un teatro, un auditorium….e chiediamo che ne venga progettato e realizzato uno dalle fondazioni. Ci vorrà tempo? Certamente meno di quello che ci hanno fatto perdere finora.