Attualità

Il datore di lavoro si chiama “padrone”

Geremia Acri
Secondo il quinto rapporto "Agromafie", di Eurispes e Coldiretti, nel 2016 le organizzazioni criminali hanno guadagnato 21,8 miliardi di euro dallo sfruttamento del mercato agroalimentare
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L’importazione di esseri umani per lo sfruttamento lavorativo è una piaga sociale atavica, che colpisce anche il nostro Bel Paese. Di fronte al sopruso e alla violenza nei confronti dei deboli e indifesi, c’è bisogno di una comunità civile coesa e combattiva per difendere il diritto alla dignità umana. Un fenomeno dalle tinte tragiche, che ci rende tutti responsabili di questa struttura perversa dove l’illegalità, la corruzione e la sete di potere uccide l’altro.

Nella zona di Latina, i Sikh sono ufficialmente circa 11 mila, ma è molto probabile che siano più del doppio. Arrivano in gran parte dal Punjab, appesantiti dal debito che hanno contratto per giungere in Italia. La verdura che raccolgono finisce in un mercato infiltrato dalla criminalità. Per sopportare la fatica a volte fanno uso di droghe, anche se la loro religione lo proibisce. Sono pagati 4 euro e mezzo l’ora, e se scioperano o denunciano rischiano di perdere il lavoro.

Da sette anni Kumar raccoglie le verdure di stagione, lava l’insalata, carica e scarica le cassette. Se gli chiedi quanto dura la giornata di lavoro, dice: «sai quando inizia, ma non sai quando finisce». Dal lunedì al sabato lavora tra le 9 e le 12 ore, la domenica fa mezza giornata. La paga è di 4 euro e mezzo l’ora. Come tutti i lavoratori in questa zona, si rivolge al datore di lavoro chiamandolo “padrone”: «spesso ci urla addosso – dice – e se gli devi rivolgere la parola devi fare un passo indietro e abbassare la testa».

L’insalata, i pomodori e le zucchine che Kumar raccoglie da sette anni, finiscono al Mof, il mercato di Fondi, uno dei poli ortofrutticoli più grandi d’Europa, che rifornisce i mercati e le catene della grande distribuzione in Italia e all’estero. Secondo il quinto rapporto “Agromafie”, di Eurispes e Coldiretti, nel 2016 le organizzazioni criminali hanno guadagnato 21,8 miliardi di euro dallo sfruttamento del mercato agroalimentare.

Secondo il rapporto di Medici per i diritti umani “Terra ingiusta”, per quanto riguarda i braccianti Sikh, «il reclutamento avviene nei piccoli villaggi del Punjab da parte di connazionali che vendono a chi desidera spostarsi ‘pacchetti’ che includono il biglietto del viaggio, l’alloggio, il permesso di soggiorno e il lavoro. Il pacchetto ha costi diversi in base alle possibilità economiche della famiglia, in media dai 4 agli 8mila euro a persona». Chi non può affrontare il costo, contrae un debito con i reclutatori che verrà pagato in Italia con i primi salari ricevuti. (cfr. openmigration).

Gesù durante la sua ultima cena, lavò i piedi ai suoi discepoli (cfr Vangelo secondo Giovanni 13,4; e Luca 12,37).

Un’immagine, che da secoli interroga credenti e non e sprona a servire il prossimo nella sua diversità e complessità. Un gesto, che ancora oggi potrebbe essere evocativo e sovvertivo per adottare logiche di potere e governo dalle trame trasparenti e da volti e cuori umani. La sacralità della vita nei sentieri accidentati da indifferenza e disumanità va ad ogni costo protetta, costi quel che costi.

Rassegnarsi è un male, provare a cambiare le cose è speranza per un mondo diverso.

mercoledì 23 Maggio 2018

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Rocco Venneri
Rocco Venneri
5 anni fa

Non accetto che vengono denigrati gli Iap o cd con lo sfruttamento della manodopera. Ci si deve chiedere dove sono i nostri parlamentari italiani ed europei che permettono la vendita di prodotti agricoli ed agroalimentari a prezzi al di sotto dei costi di produzione: importazione di merci da paesi non europei e catene di distribuzione che impongono prezzi troppo bassi. Pertanto la colpa non è dei Iap o cd ma da un sistema che penalizza le categorie. Ed il contratto per il governo cosa prevede per l'agricoltura? Il niente.

Luigi
Luigi
5 anni fa

Allora non abbiamo capito niente che prendono tutti la pagnotta altrimenti non si fa niente per niente