Cronaca

Presunto caso di meningite ad Andria

La Redazione
In rianimazione una ragazzina andriese di 17 anni. Dagli archivi vaccinali, risulta che non ha mai ricevuto una vaccinazione antimeningococcica
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Sospetto caso di meningite all'ospedale Bonomo di Andria. Si tratta di una giovane 17enne andriese portata d'urgenza ieri sera al pronto soccorso.

I medici hanno sottoposto la ragazzina a una serie di esami diagnostici che lascerebbero sospettare ad una forma di meningite.

Intanto un campione di liquor (liquido cerebrospinale che si trova nel sistema nervoso centrale) è stato mandato al policlinico di Bari e nella giornata odierna si dovrebbe sciogliere la prognosi. 

Ricordiamo che la meningite se batterica è infettiva, se invece è di tipo virale non è infettiva.

Nel dubbio persone medico e paramedico del pronto soccorso, di radiologia e rianimazione sono stati sottoposti a profilassi mediante la somministrazione del Ciproxin 500 (antibatterici chinolonici). Sottoposti a profilassi anche gli amici e i parenti della ragazza.

Sulla vicenda pubblichiamo una nota del dott. Giancarlo Cannone – Ambulatorio Vaccinazioni di Andria: «È ricoverata in terapia intensiva, all'ospedale di Andria, la ragazza, con chiari sintomi, suggestivi di meningite di origine batterica, molto probabilmente da meningococco, ma da confermare e tipizzare di che ceppo si tratti, dal punto di vista laboratoristico. La ragazza sta ricevendo tutte le cure e attenzioni del caso, la situazione clinica, alle 12 di stamattina era stabile, bisognerà attendere almeno 48 ore prima di pronunciarsi, prudentemente, di come sta procedendo la terapia, sperando in una prognosi favorevole.

Da accertamenti fatti personalmente stamattina stesso, nell'archivio vaccinale, risulta che questa ragazza, non ha mai ricevuto una vaccinazione antimeningococcica, né al 15^ mese di vita, prevista nel calendario vaccinale regionale, né quantomeno ai dodici anni di età, quando viene proposta in seconda media.

Orbene, la parola d'ordine è una sola: non farsi prendere da facili allarmismi né quantomeno dal panico. La profilassi farmacologica va fatta esclusivamente nei contatti stretti, cioè in quelle persone che hanno avuto un contatto stretto (familiari conviventi, eventuale fidanzato, amiche del cuore) nell'arco dei tre – quattro giorni precedenti la comparsa dei sintomi. Altri contatti occasionali, non sono a rischio e non va fatta nessuna profilassi, né tantomeno è prevista la disinfezione degli ambienti di vita, in quanto il meningococco resiste molto poco nell'ambiente esterno.

In pratica – continua il dott. Cannone – basta che si aprono le finestre, si fa cambiare l'aria e una pulizia ordinaria, misure più che sufficienti di disinfezione. Non c’è neanche bisogno di correre a vaccinarsi, perché è praticamente inutile farlo ora, in quanto, il vaccino, diventa efficace al 100%, nei successivi 10 – 15 giorni dalla vaccinazione. Per chi è stato già vaccinato per la meningite meningococcica di ceppo C, ufficialmente non sono previsti dei richiami, ma è consigliabile farli con un vaccino più completo a quattro ceppi (quadrivalente), magari accoppiandolo con l'altro vaccino anti meningite di ceppo B, previsto in 2 dosi, per chiudere il cerchio attorno alla meningite. Questi vaccini sono disponibili presso l'ambulatorio vaccinazioni, a compartecipazione di spesa e previa prenotazione.

Un ultima raccomandazione: state tranquilli, un caso isolato non vuol dire assolutamente nulla, questa povera ragazza non era, purtroppo, vaccinata. Affidiamoci alla scienza medica e, per chi crede, alle preghiere. Dalla sinergia di queste due pratiche, spesso avvengono miracoli».

venerdì 6 Gennaio 2017

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