Cronaca

Sisma a Ischia, la storia di Vito. «Quattro secondi disastrosi»

La Redazione
«Il proprietario del nostro albergo ha la tristezza di chi, in pochi secondi, ha visto andare in fumo anni di sacrifici»
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Parole che colpiscono, dopo la notte di paura a poco meno di un anno dal 24 agosto 2016, quando la terra tremò ancora: questa volta a essere colpita è stata Ischia, la terza più popolosa isola italiana, dopo Sicilia e Sardegna. Un sisma “leggero” rispetto ad altri, con scosse che non hanno superato magnitudo 4.0, ma che hanno prodotto grossi danni. Al momento sono 2 i morti, imputabili soprattutto alla negligenza di quanti non mettono in sicurezza edifici vecchi, a volte costruiti abusivamente e poi “sanati” solo burocraticamente con un condono.

Un andriese, Vito De Nigris, era a Ischia ieri sera. É lui a raccontarci come bruscamente si sia interrotta la sua vacanza.

«È il mio primo giorno di vacanza, dal traghetto vedo in lontananza l’isola: che bella Ischia!
‘Non ci sei mai stato?’ Mi hanno chiesto in molti. ‘No, è la prima volta’
‘Perché Ischia?’ Mi avevano chiesto. ‘Eh, volevo fare una cosa diversa, una settimana tranquilla, ci sono le terme ed io non le ho mai provate. È la prima volta’
Che bello che è l’albergo.
‘Disfo la valigia?’ ‘Eccerto, ci stiamo una settimana’
Massaggi, bagno turco, piscina calda e fredda, idromassaggio. ‘Non fare tutto oggi, abbiamo una settimana!’ ‘Lo so, ma sono curioso, è la prima volta!’
Formula b&b, così giriamo, mangiamo in posti diversi, siamo più liberi da vincoli di orario. ‘Dove si va stasera?’ ‘La receptionist ci ha parlato di un buon posto, un po’ sperduto sui monti, ma tanto siamo in vacanza’
‘Signori, che prendete?’ Ci chiede con accento napoletano un cameriere.
Via la luce, quattro o cinque secodi al massimo. Ballano i bicchieri, ci teniamo ai tavoli. Un ‘Maronna Sandissima’ supera le urla della sala. Usciamo dal ristorante al buio, ‘Non spingete’ si sente urlare.
Fuori è tranquillo, siamo in alto, è buio e sopra di noi le stelle.. quante stelle stasera!
‘State tranquilli, qui siamo al sicuro! Non avete mai sentito il terremoto?’ ‘Mai così bene, non ero abbastanza grande, è la prima volta!’
Decidiamo comunque di scendere, non riusciamo a continuare la cena: la paura ci ha chiuso lo stomaco.
La luce è tornata, ma tutti si sono riversati per strada: avevano ragione, li eravamo al sicuro.
La connessione è lenta, non riusciamo ad avere notizie più precise, ma ci rendiamo subito conto che quei quattro secondi sono stati più disastrosi di quanto immaginavamo.
Strade strette, muretti a secco caduti, cornicioni in frantumi, macchine danneggiate da massi, scooter e auto non si liberano dal groviglio di stradine di montagna. La circolazione è il tilt. Homo homini lupus, non esistono più leggi. Mai provata come sensazione? Io no, era la prima volta.
‘Non potete tornare in albergo, strada impraticabile’
Scendiamo sul lungomare, negozi chiusi, ristoranti barricati, molti si sono già armati di trolley. È un’isola, come si fugge da un’isola?
Riusciamo a tornare in albergo, intanto le notizie non rassicurano molto: Casamicciola e Lacco Ameno sono i più colpiti, i più vicini all’epicentro. ‘È dove siamo noi, vero?’ All’albergo non ci mettiamo molto a dar ragione alle notizie: c’è la struttura, ma i danni sono notevoli, le camere sono impraticabili: calcinacci sul letto, cassetti aperti, crepe che corrono lungo muri e pavimenti. Prepariamo i bagagli: mai fatta una valigia in 3 minuti? Io no, è la prima volta. Uscendo dalla stanza guardo una ceramica che indicava l’ingresso per il Centro Benessere, di quelle belle, colorate, tipo quelle di Vietri. L’avevo notata poche ore prima, aveva dei colori fantastici. Ora i colori ce li aveva ancora, ma una crepa la divideva da parte a parte. Ho capito cosa provava Rose nel primo quarto d’ora del ‘Titanic’.
Molti hanno già abbandonato l’albergo. Ma per dove? Traghetti non ce ne sono, per ora. Devono pensare alle situazioni più critiche. Avete mai dormito sotto le stelle? Io si, con amici. Ma su un lettino, a bordo piscina, col sottofondo di sirene e la macchina già carica di bagagli, no. È la prima volta.
La notte passa, il sole sorge, mi godo l’alba. Era da anni che non lo facevo, la fanno ad orari così scomodi! Per colazione l’albergo è ormai vuoto, durante la notte tutti gli ospiti sono ormai andati via. Salutiamo il proprietario, un omone gentile, già da quando ci aveva dato le chiavi, nella mattinata precedente. Ha la tristezza di chi, in pochi secondi, ha visto andare in fumo anni di sacrifici. ‘Eravamo pieni fino ad ottobre, nella notte sono arrivate le prime disdette’.
Avete mai visto gli occhi di un uomo così? Io no fino a questa mattina. È stata la mia prima volta».

martedì 22 Agosto 2017

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