Cronaca

Morì nel cantiere del termovalorizzatore di Torino: indagini chiuse dopo sei anni

La Redazione
Antonio Carpini cadde da quasi 30 metri di altezza il 3 marzo 2012. Il 31 marzo toccò al canosino Cosimo Di Muro. Fabio Carpini, fratello minore di Antonio, ora torna a chiedere giustizia
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È stata chiusa dopo cinque anni e mezzo – con la notifica degli avvisi di conclusione delle indagini -l’inchiesta sulla morte di Antonio Carpini, il caposquadra andriese di 42 anni, caduto da quasi 30 metri di altezza nel cantiere per la realizzazione del termovalorizzatore di Torino. L’inchiesta dei pm Laura Longo e Alessandro Aghemo della Procura di Torino riguarda anche il decesso di Cosimo Di Muro, operaio 47enne di Canosa di Puglia, che lavorava per la stessa azienda di Carpini e morì il successivo 31 marzo in seguito a una caduta da 40 metri di altezza.

In tutto otto le persone alle quali, a fine luglio scorso, sono stati notificati gli avvisi di chiusura indagini per i reati – contestati a vario titolo – di omicidio colposo e lesioni colpose. Antonio Carpini morì – secondo quanto emerge dall’avviso di conclusione delle indagini – durante le operazioni di sollevamento di una ‘mensola rampante’ nella zona del muro Nord della fossa rsu, dopo essere precipitato nel vuoto da un’altezza di 27 metri a causa di un’errata manovra effettuata dal gruista “con conseguente rovesciamento della mensola rampante e precipitazione nel vuoto di Carpini, che rovinava al suolo, riportando lo sfondamento della teca cranica che ne causava il decesso immediato”. Cosimo Di Muro morì, nemmeno un mese dopo, mentre si trovava su una mensola speciale rampante a 40 metri di altezza e “a causa dell’improvviso distacco della piattaforma dal muro, precipitava al suolo, riportando lo sfondamento della teca cranica che ne causava il decesso immediato”. In quest’ultimo incidente vennero coinvolti il fratello di Cosimo Di Muro, Antonio, e l’operaio di origine rumena Mihai Lupu, che rimasero feriti.

Fabio Carpini, fratello minore di Antonio, ora torna a chiedere giustizia. «Non ci spiegano il perché di questa lungaggine giudiziaria -, dice Carpini -. Una vicenda assurda anche perché, come si sa, nel secondo incidente sono rimaste coinvolte altre due persone, che sono state ferite, e nel loro caso si avvicina la prescrizione. Il secondo caso è ancora più assurdo perché se, per mio fratello, c’è la concausa dell’errata manovra del gruista, in quest’ultimo non è chiaro perché Cosimo Di Muro sia caduto. Sono stato personalmente a Torino, con il mio avvocato Giacomo Lattanzio nel febbraio 2018. È stato sconcertante, siamo tornati a casa senza risposte».

Per l’incidente costato la vita ad Antonio Carpini, risultano indagate sette persone per omicidio colposo; mentre per quello del successivo 31 marzo, in cinque rispondono di omicidio colposo e lesioni colpose. Sono indagati responsabili dei lavori, della sicurezza e della progettazione delle aziende coinvolte tanto nella progettazione quanto nella costruzione (anche in subappalto) del termovalorizzatore, tra cui la Edil Due alle cui dipendenze lavoravano i due operai deceduti e i due feriti. Nell’avviso di conclusione delle indagini è menzionato un terzo caso di lesioni colpose, relativo a un dipendente di un’altra società anche lui caduto mentre lavorava il 28 giugno 2012.

mercoledì 21 Marzo 2018

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masotina maddalena in di muro
masotina maddalena in di muro
6 anni fa

sono la moglie di di muro cosimo damiano mio marito mori all incidente nel 2012 sono passati 6 anni concluso le indagini ma nulla ……..non abbiamo saputo nulla…..io voglio giustizia non e possibile che non fanno sapere nulla
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