Cultura

Roberto Vecchioni emoziona studenti e professori: «La vita da amare è quella che ti dà felicità»

Sabino Liso
Sabino Liso
E i ragazzi amano la vita, oggi? «Non lo so, io penso di no. Perché è brutta dal punto di vista sociale, politico e interpersonale. È brutta perché gli abbiamo consegnato un mondo piuttosto meschino»
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Un incontro denso, carico di emozioni, di risate e di menti assorte in riflessioni quello che Roberto Vecchioni ha tenuto con gli studenti del Liceo “Carlo Troya”. L’autore dialoga e canta con gli studenti sui due ultimi libri pubblicati, “Il mercante di luce” e “La vita che si ama”

Cantautore, scrittore e professore, famosissimo mito di più generazioni dagli anni ’60 ad oggi, non si è risparmiato in termini di critiche e consigli ai giovani studenti.

Dopo l’esibizione di alcuni giovani alunni è il suo momento: via il maglione, fa troppo caldo, ed ecco che spunta una t-shirt con tanto di logo interista: «Questa è una squadra che perde, non come la Juve, ma perdere fa parte anche di un grande giro di felicità…».

Qual è la vita che bisogna amare? «La vita che bisogna amare è quella che ti da la felicità; il tempo che guadagni e non in tempo che incastri. È la gioia di stare con gli altri, la voglia di capirsi; è soprattutto la cultura: sapere che c’è una umanità dietro che non è mai perduta, te la porti avanti e ti da un senso all’esistenza. Poi c’è anche una vita che non si ama e bisogna amare anche quella, tentando di rivoltarla e farla diventare gradita».

…E i ragazzi amano la vita, oggi? «Non lo so, io penso di no. Perché è brutta dal punto di vista sociale, politico e interpersonale. È brutta perché gli abbiamo consegnato un mondo piuttosto meschino, gretto, fatto di valori fittizi, di piccole e inutili cose, e anche di velocità, di rapidità telematica, che non dà tempo ai sentimenti. I ragazzi vorrebbero esprimersi e non possono, vorrebbero aiutarsi col cuore e non possono, perché le ragioni e le non ragioni degli altri li sopprimono».

Ampio spazio è stato dedicato ad altre riflessioni, che hanno spaziato dall’amore verso i figli al valore dell’insegnamento. Vecchioni ha deciso di dedicare un tour ai suoi figli perché «se lo meritano! Ma poi non sono solo i miei figli, sono i figli di tutti. I figli sono un’eredità, qualche cosa che va oltre il momento attuale e sono una speranza. A loro bisogna dare gli strumenti per tirare avanti e poi bisogna amarli tantissimo».

Parlando di “musica” cosa salviamo, oggi? «Non lo so, ascolto poco, sono rimasto agli anni ’70, sono ancora ancorato agli anni d’oro». E i talent? «La cosa peggiore dei talent televisivi è quella di illudere un sacco di ragazzi facendo credere loro che il successo è tutto nella vita. Un’asserzione completamente sbagliata perché è il successo con te stesso che conta».

Estremamente soddisfatto della riuscita dell’evento è stato il Dirigente scolastico, Carlo Zingarelli: «L’iniziativa nasce si inserisce nel ciclo degli incontri con l’autore che abbiamo avviato ormai già da tempo: sono ormai anni che incontriamo autori importanti grazie alla collaborazione con le librerie locali. È perfettamente in linea con quello che il valore della testimonianza diretta degli autori: in questo caso abbiamo una persona che non solo è interprete e autore, ma è anche un rappresentante della scuola che porta con sé una testimonianza di vita con l’esito di un messaggio che viene dato agli studenti che conferma il valore educativo della scuola e anche e soprattutto dell’impegno che ogni studente, che ogni persona umana deve mettere per raggiungere I propri obiettivi. La bellezza della vita non è una cosa data per scontata, è un valore che si conquista»

venerdì 5 Maggio 2017

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