Cultura

Andria, dati allarmanti sull’utilizzo di alcol e droghe tra adolescenti

Sabino Liso
Sabino Liso
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Trailer "Giorgia Vive" - Il Docufilm
Il dirigente scolastico, prof. Amatulli: «Il problema non può e non deve essere limitato all'assuntore ma deve coinvolgere le famiglie, i docenti e tutto il mondo sociale»
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Si è svolto stamane, presso l’Istituto di Scuola Superiore ITES “E. Carafa”, il convegno dal titolo: “Giovani, Droghe e Alcool. L’importanza della prevenzione, tra coscienza e incoscienza”. Un incontro necessario nato dalla necessità del preside Vito Amatulli di parlare lucidamente con i medici e con gli operatori del diritto agli studenti. Parlare dunque di educazione e legalità e coinvolgere docenti, genitori e tutti gli attori sociali al fine di correggere alcuni comportamenti malsani tra gli adolescenti.

Presenti, all’incontro moderato dall’avv. Antonio Nespoli, il dott. Gianfranco Mansi, Responsabile Servizio Dipendenze Andria Asl Bt; la dott.ssa Maria Coniglio, in rappresentanza dell’Associazione Italiana per la donazione di organi, l’avv. Annalisa Paradiso e dott. Fabrizio Gargiulo, Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato.

«Un incontro esteso al concetto più generale delle dipendenze – commenta il dirigente scolastico, prof. Vito Amatulli -, un problema molto vicino ai ragazzi che frequentano le scuole medie superiori. Oggi affrontiamo il problema e realizziamo anche una proposta concreta partendo dalla visione del docu-film “Giorgia Vive” del regista Ambrogio Crespi che racconta “La storia di una fine che è solo l’inizio”, ovvero la storia di Giorgia Benusiglio, una ragazza milanese nata nel 1982 che a soli 17 anni ha rischiato di perdere la vita per colpa di una pasticca di ecstasy. Ecco, l’esempio di questa ragazza, più il monito e i suggerimenti che provengono da esperti del settore per quanto attiene all’aspetto medio-legale, è un invito a riflettere rivolto a tutti i nostri studenti.

«Il problema dell’assunzione di droghe e di alcool, inoltre, non può e non deve essere limitato all’assuntore ma deve coinvolgere le famiglie, i docenti e tutto il mondo sociale perché senza un circolo virtuoso – conclude il dirigente scolastico Amatulli -, che fa comprendere ai ragazzi l’anomalia e il disagio, non si possono creare i presupposti per debellare gradatamente le cattive abitudini che possono sfociare in disagi psico-fisici gravi».

«È necessario un approfondimento sui dati allarmanti che riguardano la nostra città – commenta il dott. Gianfranco Mansi, Responsabile Servizio Dipendenze Andria Asl Bt-, i fine settimana sono pieni di chiamate di emergenza al 118 di intossicazione da alcool e da abuso di sostanze stupefacenti. Un dato in costante aumento che preoccupa l’intera comunità. Ciò che dispiace è che dopo i ricoveri, passata l’emergenza, non c’è poi un accesso ai servizi che possano prendere in carico i ragazzi e, perché no, anche le famiglie, per aiutarli in un percorso riabilitativo. Siamo allarmati dai dati Istat che ci dicono come l’età media per il primo bicchiere si sia drasticamente abbassata a 12 anni. Tra le sostanze stupefacenti, la cannabis rimane la più diffusa, con percentuali cinque volte superiori rispetto alle altre sostanze. A fare paura in Italia è anche la crescita, negli ultimi anni, del consumo, tra gli studenti, di eroina e di una serie di droghe sintetiche tra i minorenni.

Ad Andria – continua il dott. Mansi -, il numero dei minori adolescenti che vengono seguiti dal Servizio di Dipendenze della Asl è in aumento: siamo al 3-4 % della popolazione giovanile rispetto all’1% di qualche anno fa. Si tratta di casi segnalati dai servizi per i minori (ricordiamo che la maggior parte di essi viene segnalato dalle Forze dell’Ordine dopo esser stato sorpreso alla guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacente). Resta però un dato arrotondato per difetto perché molti sono i casi presa in carico in modo obbligato».

Una situazione emergenziale in costante aumento che dovrebbe richiedere una maggiore consapevolezza da parte di tutti: genitori in primis, educatori, docenti, amici, etc. affinché i soggetti “deboli” possano rivalutare il significato che attribuiscono alla propria vita e rispettarla di più al fine di non pagare domani le conseguenze di eccessi di gioventù malsani e per niente “fighi”. Come suggerisce Giorgia nel suo documentario, bisognerebbe saper trarre da un evento negativo qualcosa di positivo per se stessi, ma soprattutto per gli altri e cercare di fare della propria vita un capolavoro ogni giorno come se fosse l’ultimo: «Non è importante come cadi ma come ti rialzi».

venerdì 26 Maggio 2017

(modifica il 3 Agosto 2022, 20:30)

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