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Chiusura reparti dell’ospedale di Andria, Zinni e Marmo scrivono a Narracci

La Redazione
Il Direttore generale della Asl Bat però dichiara: «Diamo seguito alle indicazioni regionali»
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Continuano a tenere banco le polemiche sulla riorganizzazione ospedaliera della Asl Bat: il direttore generale Ottavio Narracci, con un atto interno alla Asl Bt (delibera n. 2710 del 19/12/2016), sulla scorta delle indicazioni contenute in una vecchia delibera regionale 1388 del 2011, ha di fatto decretato la chiusura di tre reparti già “martoriati”, l’oculistica, l’otorinolaringoiatria e la nefrologia.

Dopo il nostro articolo, sono giunte le dichiarazioni di due consiglieri regionali andriesi, Sabino Zinni e Nino Marmo, che qui riportiamo.

Zinni chiede rassicurazioni al direttore generale in una lettera aperta: «Gentile Dott. Narracci,

come avrà appreso a mezzo stampa, la notizia della riorganizzazione ospedaliera fra i nosocomi della Bat ha suscitato una certa preoccupazione fra i miei concittadini.  Chiedono giustamente spiegazioni alla politica. Tuttavia della parte esecutiva del Piano si è occupato lei ed è per questo che la chiamo in causa.

Come lei sa, sono uno a cui piace parlar chiaro, e non mi tiro indietro di fronte alla richiesta di spiegazioni. Così, in un mio precedente intervento sulla questione, ho provato a spiegare che il piano di riordino ci è stato imposto dal governo nazionale e ne avremmo fatto a meno volentieri, se avessimo potuto. Ho precisato che nefrologia passa da Andria a Barletta, mentre oculistica e otorinolaringoiatra già erano presenti al Dimiccoli. Ho fatto notare che se, da una parte, ad Andria si riduce l’offerta sanitaria, dall’altra, negli ultimi mesi, abbiamo incassato l’impegno ufficiale per un nuovo ospedale, l’aumento di posti letto e lo sblocco delle assunzioni. Ho puntualizzato infine che, mentre in altre parti della Regione chiudono 24 ospedali e 30 reparti, da noi i servizi in questione restano in funzione, solo vengono spostati per ragioni di razionalizzazione economica.

Fornite le miei spiegazioni politiche, tuttavia, credo tocchi a lei rassicurare l’utenza circa i livelli di assistenza a cui potrà accedere. Io penso che il suo agire, pur dovendo fare i conti con una riduzione dei fondi disponibili, abbia tenuto come obiettivo cardine la tutela della salute dei cittadini. Ecco che le chiedo, a nome degli andriesi, di spiegare come verrà garantito il servizio nelle discipline citate e perché si è reso necessario tale cambiamento, senza poter percorrere altre vie».

Marmo invece ha puntualizzato l'importanza strategica del reparto di oculistica, in particolare: «Decisione inopportuna, discutibile e intempestiva per almeno due ordini di ragioni. In primo luogo perché la discussione in Commissione Sanità sul Piano di Riordino è ancora tutta da affrontare, per cui lo stesso Piano rimane suscettibile di emendamenti e dunque di variazioni ed aggiustamenti. In questa ottica il direttore generale compie un’evidente forzatura.

In secondo luogo perché il trasferimento di Oculistica a Barletta non trova giustificazione alcuna nel pregresso storico del Reparto andriese. Basti pensare che nel 2015 su 4874 interventi complessivi effettuati al “Bonomo”, ben 1757 sono di natura oculistica. Così come nell’anno corrente, il 2016, su 4876 interventi effettuati sino ad oggi presso il nosocomio andriese, 1660 sono “oculistici”. Se a ciò si aggiunge che nello stesso biennio, 2015/2016, il numero degli interventi posti in essere dall’Oculistica di Barletta – per intenderci la produttività – ammonta a poco più della metà di quelli della struttura gemella di Andria, allora – conclude Marmo – il trasferimento in oggetto appare tecnicamente immotivato, e rispondente piuttosto a dubbie strategie di geo-politica sanitaria. Strategie meschine che la gente comune ormai respinge apertamente e che avviliscono la natura stessa della sanità pubblica. O, meglio, di ciò che resta della sanità pubblica disegnata dal Governo Regionale».

Dopo queste dichiarazioni è giunta una nota del direttore generale Narracci: «Con questa delibera abbiamo voluto e dovuto dare seguito alle indicazioni regionali, sia quelle del 2011 che quelle provenienti dal più recente piano di riordino ospedaliero. Il disegno completo della riorganizzazione ha l’unico obiettivo di migliorare i servizi di assistenza. Pertanto non ne deriverà nessuna riduzione delle prestazioni sanitarie e amministrative, ma un miglioramento in termini quantitativi e qualitativi».

Continueremo a seguire la vicenda mentre ancora non si comprendono bene le future dinamiche che dovrebbero portare, come promesso, alla realizzazione dell'ospedale di 2° livello nella nostra città.

venerdì 23 Dicembre 2016

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Antonio Catino
Antonio Catino
7 anni fa

D’accordissimo sul fatto che non “si comprendono bene le future dinamiche che dovrebbero portare, come promesso, alla realizzazione dell’ospedale di 2° livello nella nostra città.”
Spero che il preannumciato “nuovo ospedale” di Andria non sia la carota messa davanti alla tartaruga mentre nel frattempo si svuota l’esistente ospedale rendendo di fatto “non necessaria o rinviabile alle calende greche” la costruzione del nuovo ospedale !