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Ancora polemiche interne, i Capigruppo di maggioranza chiedono la revoca del consiglio del 21 marzo

La Redazione
«Ma per quale squadra gioca la presidente Di Pilato?»
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Non accennano a placarsi le tensioni all’interno della maggioranza: il nuovo capitolo della crisi apertasi in occasione dell’abbandono dell’aula della Presidente del Consiglio comunale durante l’assise del 4 dicembre scorso vede l’ennesima lettera dei capigruppo di maggioranza, indirizzata alla stessa Presidente Di Pilato e per conoscenza al Primo cittadino e agli altri interessati, in cui si contestano le modalità di convocazione del consiglio prossimo al 21 marzo, dopo oltre 100 giorni di assenza.

Nella lettera si contestano una brusca chiusura della discussione sulla calendarizzazione dei provvedimenti e l’inserimento dei punti all’ordine del giorno, nonché la violazione di alcune norme statutarie, tra cui l’aver cassato la proposta di deliberazione della consigliera di minoranza Savina Leonetti sul “Principio di fraternità nello statuto comunale”.

Alla lettera è seguito il comunicato, riportato di seguito e a firma di Marcello Fisfola (Forza Italia), Antonio Sgaramella (Direzione Italia), Luigi Di Noia (Andria in Movimento), Frisardi Riccardo (Andria Possibile), Marco Di Vincenzo (Catuma2015), Gennaro Lorusso (Andria Nuova), Francesco Sansonna (Alleanza per Andria), Francesco Lullo (Gruppo Misto) e Stefania Alita ( Noi con Salvini).

«Partiamo da un dato di fatto: il centrodestra ha guidato e guida con innegabile impegno l’Amministrazione comunale di Andria – seguendo il programma della Giunta Giorgino – senza con questo rinunciare a mettersi in discussione, quando occorre, e ricorrendo ove necessario ad una indispensabile operazione di critica e autocritica.

Con un lavoro di squadra, che si può condividere o meno, ma sempre e comunque rivolto all’interesse della Città e degli Andriesi tutti. Perché comunque la si pensi le Istituzioni meritano doveroso rispetto, così come le persone a vario titolo in esse coinvolte. Eppure mai, come in questo frangente, le persone stanno subendo una mortificazione devastante.

Ci riferiamo alla irregolare e illegittima convocazione del Consiglio comunale da parte della presidente Di Pilato che fa seguito alla sua iniziativa – in spregio ad ogni più elementare regola e cortesia istituzionale – di chiudere, con improvvido ed inutile atto di autorità, la riunione dei capigruppo, convocata per stabilire gli argomenti da discutere e la data del prossimo Consiglio. Impedendo di fatto ai capigruppo della sua stessa maggioranza, di esprimere liberamente il proprio parere.

Ancora una volta, dunque, la presidente Di Pilato, abbandona inopinatamente una riunione ufficiale. Si eccepirà: ma come, proponete una delibera di revoca della Presidente e vi meravigliate della sua reazione?! Certo! Lo stile, il tratto e la correttezza “istituzionale” sono elementi fondanti del naturale rapporto presidenza-consiglio! E tale rapporto di leale collaborazione è venuto meno in numerose occasioni e, una volta di più, in quest’ultima circostanza, con la chiusura repentina e l’ingiustificabile abbandono della riunione per non consentire ad altri colleghi di intervenire. Ora la frattura risulta ancora più grave.

I capigruppo della maggioranza avevano il sacrosanto diritto/dovere di far verbalizzare che, in presenza dell’approvazione delle delibere relative al Bilancio, cioè con l’apertura della sessione di bilancio, era palesemente inopportuno svolgere Consigli comunali con argomenti differenti. Non solo, ma anche la data imposta dalla presidente Di Pilato, cioè il mercoledì 21 marzo, coincideva con l’assenza acclarata di alcuni Consiglieri, creando difficoltà oggettive per lo svolgimento dello stesso consiglio comunale.

La domanda sorge spontanea: ma i Consigli sono convocati per portare a conclusione atti deliberativi o per far andare deserte le sedute? Se la Presidente avesse agito con la necessaria serenità d’animo, avrebbe facilmente inteso che in questo frangente l’unica priorità rimane il Bilancio.

Sulla base di queste elementari considerazioni, i capigruppo della maggioranza, con una nota inviata alla Presidente del Consiglio Comunale, al Sindaco, al Segretario Generale, al Dirigente degli Affari Generali e ai consiglieri comunali, hanno chiesto di revocare la convocazione del Consiglio per il 21 marzo. Giacché una seduta deserta rischia di determinare ulteriori ripercussioni negative sui lavori dell’Assise oltre che ricadute negative nell’opinione pubblica cittadina.

A questo punto non resta che chiedersi cui prodest tutto ciò? A chi giova questa incresciosa situazione? Sicuramente non ai cittadini e meno che mai alla maggioranza di governo.

La risposta è nei fatti. Ed il Tempo è galantuomo».

venerdì 16 Marzo 2018

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