Attualità

Disagi ferroviari: il diario di una pendolare

La Redazione
Una ennesima denuncia la mia, quella di una studentessa che, in tema di miglioramento dei servizi di trasporto, non si aspetta nulla dal futuro
scrivi un commento 5441

Ruvo, ore 6:00. Mi sveglio e corro a prepararmi, non c’è tempo per la colazione (per farla, dovrei svegliarmi ancora prima e preferisco non sacrificare la mia ultima mezz’ora di sonno), poi mi affretto ad arrivare in stazione. Ore 6:35 aspetto di poter salire sul pullman, preoccupata su come tenermi occupata fino alle 8. Non è raro, infatti, che diversi alunni pendolari arrivino in estremo anticipo a scuola poiché costretti a prendere l’unico mezzo disponibile che eviti loro di entrare oltre l’orario di apertura. Ed ecco che sorge un altro problema: la frequenza delle corse è stata recentemente limitata ad un pullman per ora, eliminando così quelle intermedie.
Ore 7:20, arrivo finalmente ad Andria e attendo le 8. L’attesa diventa insostenibile nei mesi invernali, a causa delle temperature rigide. Ore 13:05 si esce da scuola e vengo travolta dalla massa di studenti che si dirigono alla stazione. Nell’attesa mi metto a osservare ciò che mi circonda e noto ragazzi che si spintonano in modo da salire per primi e occupare il posto, adulti esasperati dal clima selvaggio che vige in questa fascia oraria. Io, come tanti altri, non vedo l’ora che questo odissiaco viaggio termini.Verso le 13:33 arriva l’autobus, che si riempie immediatamente. Non pochi sono i problemi legati al loro sovraffollamento. Durante la corsa chiacchiero con altri ragazzi, che si rivelano irritati: «I mezzi diventano impraticabili- affermano- soprattutto di martedì e di giovedì verso le 14:00, tutti noi usciamo a quell’ora da scuola e ci ritroviamo a correre e ad affannarci per ottenere un posto».

Nel pomeriggio devo tornare a scuola per il progetto di alternanza scuola-lavoro, così decido di prendere il pullman delle 16:25. Salgo e aspetto la partenza, preoccupata per l’ormai certo ritardo. L’autista infatti non può partire senza attendere l’arrivo del treno,i cui passeggeri devono cambiare mezzo di trasporto, determinando così forti ritardi. A rimetterci sono in particolare i lavoratori, i cui impegni quotidiani vengono così condizionati. In tutto questo gli autisti rappresentano il nostro capro espiatorio,dico nostro perché io sono la prima ad inveire mentalmente contro di loro, pur sapendo che spesso non hanno colpe.

Dopo 40 minuti di corsa eccomi arrivata, devo fare in fretta, sono già in ritardo.

È desolante constatare che nulla è cambiato rispetto alle precedenti denunce, forse perché non si tratta di una realtà universalmente tangibile, ma che tocca uno specifico gruppo, noi pendolari, sfavoriti da questa serie di piccoli “sfigati” eventi.

mercoledì 15 Novembre 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti