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Yemen, la guerra e la sete: 8,6 milioni di bambini privati dell’acqua

Geremia Acri
La denuncia arriva da Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa
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Mentre tutto il mondo è concentrato a far fronte alla crisi economica, che da anni investe i mercati di ogni settore di sviluppo industriale per consolidare l’idea di consumismo, ci sono nazioni poverissime di bisogni primari come acqua, e derrate alimentari. Di conseguenza in queste nazioni si sviluppa un alto e disumano numero di mortalità infantile. Difatti nel 2017 in Yemen si è verificata la più grave epidemia di colera e diarrea acquosa acuta al mondo, e se l’accesso all’acqua continuerà ad essere compromesso incombe il rischio di un’altra epidemia.

È emergenza acqua in Yemen che continua a essere uno il paese con la peggiore carenza idrica al mondo. La denuncia arriva da Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa.

«L’accesso all’acqua potabile è diventato estremamente oneroso per le persone più vulnerabili –ha dichiarato il direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa- : 8,6 milioni di bambini in Yemen non hanno sufficiente accesso ad acqua e a servizi igienico-sanitari».

A partire dal 2015 l’escalation del conflitto «ha soltanto inasprito una situazione già disperata, con bombardamenti e azioni militari contro infrastrutture idriche, che hanno escluso un numero ancora maggiore di abitanti dall’accesso all’acqua potabile».

All’inizio di della settimana scorsa, l’acquedotto di Al-Hamazat, città nel governatorato di Sa’ada, è stato completamente distrutto da un bombardamento che ha lasciato senza acqua 7.500 persone, fra cui numerose famiglie sfollate da altre zone del paese.

Durante l’attacco, è stato seriamente danneggiato anche il vicino sistema a energia solare, che fornisce elettricità alla stazione idrica. L’acquedotto, distrutto una prima volta nel 2015, era stato ricostruito dall’UNICEF nel 2017.

Allo stesso tempo, gruppi armati hanno iniziato a sparare da luoghi prossimi alle fontane pubbliche, impedendo ai civili di potersi rifornire di acqua.

«L’accesso all’acqua pulita è fondamentale, –ha proseguito Geert Cappelaere- soprattutto per impedire la diffusione di malattie veicolate dall’acqua in un paese già devastato dalla guerra».

L’UNICEF fa appello a tutte le parti in conflitto, ovunque nello Yemen, e a coloro che esercitano influenza su di esse, affinché tutelino le infrastrutture civili fondamentali. «In accordo con il diritto internazionale umanitario, tutte le parti in conflitto devono cessare immediatamente gli attacchi contro la popolazione e le infrastrutture civili, così come tutte le attività militari nei pressi o all’interno di queste strutture, a cominciare da scuole, ospedali, impianti idrici, e devono tenere i bambini lontani dal pericolo».

Davanti a questo spettrale disastro umanitario c’è solo da preoccuparsi. In passato il cuore disumano di mostri politici ha dato vita a campi di concentramento e gulag per dominare il mondo e affermare il loro potere facendo morire milioni di persone. Oggi con tecniche raffinate altrettanto crudeli, milioni di persone continuano a morire e non si può fingere di non sapere. C’è bisogno di definire una politica internazionale, che abbia a cuore la protezione della vita costi quel che costi. L’acqua è vita ed è un diritto fondamentale.

mercoledì 2 Maggio 2018

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