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Nel 1800, uno schiavo costava tantissimo, oggi invece con pochissimo puoi comprare le persone

Geremia Acri
«Avete mai pianto quando avete visto un barcone affondare? Avete mai pianto? Ci arricchiamo delle grandi risorse dell'Africa. Gli stiamo portando via tutto, ecco perché scappano»
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Il 23 agosto si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per la commemorazione della tratta degli schiavi e della sua abolizione Istituita nel 1997 su iniziativa dell’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

La data è stata scelta in ricordo della notte tra il 22 e il 23 agosto 1791, quando a Santo Domingo iniziarono le ribellioni degli uomini e delle donne, provenienti dall’Africa, che lavoravano come schiavi nell’allora colonia francese di Haiti e che, al comando del rivoluzionario Toussaint Louverture, (primo generale nero della storia) aprirono la strada verso l’abolizione della tratta degli schiavi. Fu quella la prima vittoria degli schiavi contro i propri oppressori.

Questa giornata della memoria è anche l’occasione per una presa di coscienza delle ragioni storiche e delle conseguenze di un dramma troppo a lungo nascosto o negato. Si è trattato di un crimine contro l’umanità, che ha profondamente compromesso le relazioni tra Africa, Europa e Americhe, alimentando pregiudizi razziali e l’ideologia dell’intolleranza.

Questa Giornata dovrebbe sensibilizzare tutti sulle nuove schiavitù, che ancora oggi perdurano, nonostante il commercio di esseri umani sia vietato per legge.

Tante sono, purtroppo, le forme di schiavitù che oggi esistono ancora: la prostituzione forzata, l’uso dei bambini nelle guerre (i cosiddetti bambini soldato), e nel commercio di droga.

40 milioni di schiavi moderni – Oggi la schiavitù esiste ancora. Di schiavi “moderni” ne esistono a milioni in tutto il mondo. Si calcola ce ne siano oltre 40 milioni. Le sue vittime sono oggetto di traffico di organi, sfruttamento sessuale e condizioni lavorative proibitive.

Il dramma dell’immigrazione – “Oggi la moderna schiavitù è quello che sta avvenendo davvero con i migranti: questa è la nuova tratta degli schiavi”, come ha raccontato padre Alex Zanotelli, intervistato in occasione della Giornata Mondiale contro la schiavitù.

Vite acquistate a poco prezzo – “Ci sono poi tante situazioni in giro per il mondo dove la schiavitù continua davvero come nelle epoche passate”, “tra l’altro, nel 1800, uno schiavo costava tantissimo, oggi invece con pochissimo puoi comprare le persone… Io rimango scioccato. Siamo un mondo con una tale ricchezza, ma chi è che produce tanta di questa schiavitù? Sono proprio i ricchi!”

L’Occidente sfruttatore – Sentiamo sempre più spesso ultimamente lo slogan “aiutiamoli a casa loro” proferito dagli esponenti del nostro governo: “La nostra politica in questi posti è di depredarli, non aiutarli a casa loro”, ha commentato padre Zanotelli, “Ci arricchiamo delle grandi risorse di questo paese. Gli stiamo portando via tutto, ecco perché scappano.

Le responsabilità dell’Occidente nello sfruttamento delle risorse dell’Africa, “continente crocifisso”, sono alla base delle disuguaglianze che costringono migliaia di persone a fuggire dal proprio Paese. “Tutta questa gente scappa da situazioni insostenibili, perché non si può vivere dentro teatri di fame, di guerra, o dove i cambiamenti climatici non permettono più all’uomo di vivere… per forza deve scappare”. La conseguenza è “una tratta che fa paura. Parlo per esempio del passaggio in Libia: quanta gente ormai è ridotta a schiavitù, torturata…. È assurdo. E questo è per colpa nostra”.

Un invito alla responsabilità che è stato più volte ribadito da Papa Francesco. “La maledizione dell’Africa è proprio la sua ricchezza”, ha concluso padre Zanotelli, “e in questo senso ringrazio Papa Francesco davvero, perché ha continuato a dirlo, a proclamarlo, e a predicarlo in mille maniere, soprattutto toccando le coscienze di noi occidentali. Ricordo quell’espressione che ha usato a Lampedusa, dove ha celebrato la Messa, quando ha detto: “Avete mai pianto quando avete visto un barcone affondare? Avete mai pianto?” E a Lesbo ha usato l’altra espressione, che era poi dell’arcivescovo Hieronimus, quando ha detto: “Quando guardiamo questi bambini nei campi profughi, capiamo che davvero è la bancarotta dell’umanità”. Papa Francesco questo lo sente e continua a dirlo. Purtroppo in Europa queste sue parole non stanno passando.

mercoledì 29 Agosto 2018

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