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Sicurezza in città, Bonato: «Fondamentale la collaborazione con i cittadini»

Sabino Liso
Sabino Liso
Abbiamo incontrato il nuovo dirigente del Commissariato di Polizia di Stato per fare il punto a tre mesi dal suo insediamento
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54enne, originario del Friuli Venezia Giulia, Emanuele Bonato è il nuovo dirigente del Commissariato di Polizia di Stato di Andria dallo scorso 8 agosto.

Proveniente dalla “Divisione Anticrimine” della Questura di Potenza, il dottor Bonato fino al novembre 2011 è stato al vertice del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Monopoli e ancor prima è stato responsabile del commissariato San Paolo di Bari, per citare le ultime esperienze professionali. Premiato per l’impegno profuso nella diffusione della cultura della legalità, Emanuele Bonato è da sempre particolarmente attento nella lotta contro ogni forma di violenza alle donne.

La nostra redazione lo ha incontrato presso il locale commissariato per fare il punto a tre mesi dal suo insediamento nella città federiciana:

«Andria è indubbiamente una bella realtà sia dal punto di vista cittadino che sociale ed economico – ha esordito il dottor Bonato -. C’è tutto ciò che una città di 100.000 abitanti deve avere. Certo, c’è la presenza di quartieri più degradati, isolati più distanti, anche abbandonati a loro stessi e quindi questa è un’attenzione che si dovrà mettere in conto nel futuro per avvicinare quelle realtà a tutto il resto della città. L’inclusione dunque vale anche per chi vive nei quartieri periferici e quindi più isolati, ma al tempo stesso occorre che chi vive in quei quartieri voglia farsi includere. Sappiamo bene che l’esistenza di queste zone più isolate ha permesso la nascita di fenomeni criminali e delinquenziali nel tempo, che si sono trascinati quasi fossero un’onda lunga fino ad oggi. Oggi grazie al cielo non c’è più quell’alto tasse criminale che c’era una volta. Adesso parliamo più di criminalità diffusa, per lo più predatoria, dei reati contro il patrimonio».

Quali a suo parere sono i punti di forza e i punti di debolezza del locale commissariato di Polizia di Stato andriese?
«Tra i punti di forza c’è sicuramente una volontà a stare sul pezzo per quanto riguarda la prevenzione e contrasto a ogni forma di illegalità. Infatti più che di criminalità diffusa parlerei di “illegalità diffusa” trasversale, ad esempio nel mancato uso del casco per chi va in moto. E questa è una tipica infrazione che non viene commessa da determinate categorie di soggetti, ma è un diffuso senso di illegalità. Basterebbero semplici buone condotte quotidiane per cambiare radicalmente il malcostume. Tra i punti di debolezza devo rimarcare la mancanza di una dotazione che a regime sarà tre volte tanto con l’arrivo della Questura. Per dirne una, ad Andria servirebbe almeno una seconda volante sul territorio. Con l’approssimarsi della partenza della Questura, non appena ci sarà iniezione del personale, l’attività di prevenzione sarà la priorità di questo ufficio.

È ovvio che, tornando al senso di legalità – continua Bonato – , per farla percepire c’è bisogno di maggior presenza sul territorio. Per quanto ci sia un ottimo afflato con tutti gli altri corpi delle forze dell’ordine, sarà nel momento in cui nella Bat avrà la questura, il comando provinciale dei Carabinieri e il comando provinciale della Guardia Finanza che potremo parlare di messa al regime degli strumenti a disposizione delle Forze dell’Ordine e quindi maggior controllo del territorio».

Come è cambiato il vostro modo di lavorare con l’utilizzo della rete e quindi all’era dei social?
«Siamo passati dalla carta, penna e calamaio, all’utilizzo del digitale anche noi. I social oggi diventano una fonte informativa ed è un dato di fatto, soprattutto a tutela delle fasce deboli. A tal proposito, mi preme complimentarmi con la sezione dedicata, presente all’interno del locale commissariato, molto attenta e preparata per la tutela e reati contro le fasce deboli. Un vero fiore all’occhiello del commissariato che esiste da anni ed è molto apprezzato anche al di fuori delle mura di questo ufficio».

Anche quest’anno nella classifica del Sole 24 Ore risultiamo primi nei furti di auto «L’invito rivolto ai cittadini è quello di denunciare e non accondiscendere alle richieste estorsive. Lo stato deve essere messo in condizioni di poter contrastare queste pratiche, pertanto diventa fondamentale la collaborazione con i cittadini. Voltarsi dall’altra parte non è un comportamento civile».

giovedì 8 Novembre 2018

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