Attualità

«Pensare ai neurodiversi come una ricchezza. Soggetti che vanno inclusi e non semplicemente gestiti»

La Redazione
All'indomani dei fatti di cronaca di Noicattaro, l'avv. Francesco Bruno, presidente della Fondazione Pugliese per le Neurodiversità, interviene sull'urgenza di formare personale motivato e altamente specializzato
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Con l’accusa di maltrattamenti su bimbi e ragazzi autistici, i carabinieri della Compagnia di Triggiano hanno dato esecuzione nei giorni scorsi ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Bari, nei confronti di quattro educatrici assunte da un centro di riabilitazione di Noicattaro, l’Istituto Sant’Agostino, istituto privato convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale. Nell’inchiesta altre due maestre risulterebbero indagate.

Sull’argomento, in questi giorni abbiamo registrato diversi commenti di esponenti politici e del terzo settore. Tra coloro che invocano pene più severe e chi invece si sofferma sulla necessità di prestare maggiore attenzione alla qualità dei servizi erogati e quindi alle professionalità inserite all’interno di contesti riabilitativi e psico educativi, ci è sembrato doveroso rilanciare sulle pagine del nostro giornale, il pensiero espresso sui social dell’avv. Francesco Bruno, presidente della Fondazione Pugliese per le Neurodiversità:

«Come genitore e presidente della Fondazione Pugliese per le Neurodiversità voglio evidenziare la tristezza e l’angoscia che provoca la notizia delle violenze su minori nel centro per autistici di Noicattaro. La tristezza per una disumanità senza limiti. L’angoscia per chi si trova a vivere questa difficile esperienza e non può confidare se non in se stesso – continua l’avv. Francesco Bruno – . Dobbiamo formare personale motivato e altamente specializzato, costruire centri di eccellenza. Dobbiamo uscire dalla logica inutilmente assistenzialistica e spostarci su un binario socio-sanitario.

Cambiare modello e approccio, anche culturale. Pensare ai neurodiversi come una ricchezza per noi e per l’intera società. Soggetti che vanno inclusi e valorizzati, non semplicemente gestiti. È giunto il momento di pensare a loro come esseri umani e, per noi tutti, avere il coraggio di essere umani. Tutti ne trarremmo benefici. Per questo è nata la Fondazione. Per questo ci battiamo. È difficile ma non impossibile. Avanti tutta!»

lunedì 14 Gennaio 2019

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Giovanni Alicino
Giovanni Alicino
5 anni fa

Questo succede quando il tutto è gestito dal privato. Comunque agli operatori o operatrici, va tolto il titolo, è un lavoro che ci vuole amore e passione.