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Lavoro e disabilità: la storia di Pasquale Gissi

Sabino Liso
Sabino Liso
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Lavoro e disabilità
Un tirocinio formativo da "Poldo" ed è già grande la soddisfazione per il giovane, affetto da sindrome di Down, e la sua famiglia: la dimostrazione di quanto sia proficuo e fecondo aprire le porte del mondo del lavoro a tutti
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Parlare di integrazione lavorativa delle persone diversamente abili resta un argomento scomodo. “Non c’è abbastanza lavoro per i normodotati, figurarsi per coloro che magari sono anche titolari di una pensione di invalidità!”: il comune pensiero, purtroppo, spesso si ferma qui, come se la dignità che deriva a un uomo dal lavoro sia riservata solo ad alcuni. Talvolta si dà per scontato che per un ragazzo con sindrome di Down, ad esempio, debbano alternarsi solo attività ricreative durante l’arco della giornata.

In realtà, dalle ultime ricerche di mercato si evince che imprenditori e manager di aziende prediligono inglobare nel proprio organico persone diversamente abili, ad appannaggio dell’intera struttura aziendale: avere colleghi di lavoro con disabilità determina miglioramenti gestionali e organizzativi, e produce altresì ricadute positive sugli altri dipendenti. Non è un discorso di buonismo, semmai una consapevolezza di mettere al centro le persone e dare poi, rispettivamente, l’adeguata importanza ai rapporti interpersonali che possono essere contaminati dalla folle mania di primeggiare davanti al capo.

Talaltre volte, poi, prevale un senso di responsabilità da parte dei titolari e manager d’azienda nei confronti della società e, nell’ottica di una polis sempre più inclusiva, l’inserimento, fosse pure per un periodo di tempo determinato, di soggetti diversamente abili, diventa per chi assume e per chi è assunto un periodo fecondo e sicuramente propositivo.

Lo sa bene Francesco Turi, detto Ciccio, patron di El Tapas de Poldo che, in accordo con l’ente di formazione Andria 2.0, ha assunto per un tirocinio formativo il 29enne Pasquale Gissi. Un ragazzo con sindrome di Down che nel pub di via Bari si sta occupando di accoglienza, ma che, come rimarca Ciccio, «ha tanta voglia di imparare e di rendersi utile». Del resto il lavoro nobilita l’uomo, e chi non ce l’ha, malgrado ne vorrebbe uno, si sente privo di quel tassello importante per la realizzazione personale e non solo.

Ciccio e la grande famiglia di El Tapas de Poldo hanno accolto benevolmente questa nuova avventura e tutto ciò che ne verrà: se durerà un mese, due o tutta la vita non è dato sapere. Ma nel vuoto cosmico che aleggia attorno alla richiesta di lavoro da parte dei soggetti più fragili, questa è sicuramente una risposta preziosa, da preservare, tutelare e prendere ad esempio. L’invito, adesso, è rivolto a tutte le attività che intendano seguire le stesse orme: il beneficio, ricordatelo, sarà doppio!

giovedì 11 Aprile 2019

(modifica il 2 Agosto 2022, 13:52)

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