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Triduo sacro di Pasqua, don Ettore Lestingi: «Gesù, l’incompreso»

La Redazione
«Tu Dio, che i cieli dei cieli non possono contenere, che hai la terra come sgabello dei tuoi piedi, ti abbassi fino all'altezza dei piedi dell'umanità, macchiandoti della sporcizia accumulata lungo il cammino della vita»
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Siamo nel cuore delle celebrazioni pasquali per i cristiani e don Ettore Lestingi affida a una lettera alla comunità alcune riflessioni sulla figura di Gesù, che si dona per la salvezza dell’uomo.

«Con la Messa in Coena Domini – scrive don Ettore – ha inizio il Triduo Santo, cuore pulsante della fede e della vita della Chiesa, giorni che parlano di amore, di dolore, di morte e di vita. La Parola di Dio che ascolteremo in questo tempo ci condurrà ad entrare nelle profondità di un mistero che ancora oggi accade nella totale “incomprensione” che si trasforma in difficile accettazione. Contempleremo Gesù che ci dona il suo corpo, lava i piedi, si lascia maltrattare dagli uomini, messo a morte, e non compreso.

É vero, il nostro è un Dio incompreso. Come fu incompreso da Pietro nel gesto della lavanda dei piedi, dove fu distrutta in un attimo l’immagine e l’idea che l’Apostolo si era fatta del Maestro: Come, Tu che hai fatto miracoli e prodigi, con Te ogni pesca è miracolosa, hai richiamato in vita morti, hai sedato tempeste di mare, ti sei trasfigurato in tutta la tua bellezza … ora lavi i piedi a me, obbligo riservato a chi è schiavo. Non ti comprendo e non ti accetto. Tu Dio, che i cieli dei cieli non possono contenere, che hai la terra come sgabello dei tuoi piedi, ti abbassi fino all’altezza dei piedi dell’umanità, macchiandoti della sporcizia accumulata lungo il cammino della vita. Ma chi sei? Mi è difficile accettarti ed è più facile rinnegarti. E poi quel tuo silenzio durante le terribili ore del supplizio, quando in passato alla tua parola hanno obbedito i venti più impetuosi, anche la morte si è chinata a te. Perché ora non parli? Non ti comprendo. Non ero con te quando ti hanno inchiodato sulla croce. Mi ero nascosto perché, come Adamo dopo il peccato, ho avuto vergogna perché mi sono accorto di essere nudo, cioè verme. Anche in quel momento non ti hanno compreso: quel ladrone ti ha bestemmiato perché voleva da te un gesto di liberazione. E tu in silenzio. Sei morto e sei stato accolto solo dalle tenere mani di una madre… Tutti erano fuggiti, perché non ti hanno compreso. Io ero lontano, nascosto, ma come una eco giunse a me quella parola che pronunciasti dalla croce: “Padre, perdona …”.

Fu allora che ti ho compreso e ho capito che sei un Dio totalmente diverso da quello che io e l’intera umanità si aspettava.

Per questo ti seguirò e ti seguiranno quanti avranno la gioia di ascoltare l’unica parola generativa di risurrezione: “Padre, perdona”.

venerdì 19 Aprile 2019

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