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Donna chiede aiuto: «Mio padre malato oncologico e positivo al Coronavirus»

La Redazione
Chiede l'aiuto delle istituzioni affinché si possa trovare un infermiere in grado di prestare le dovute cure a suo padre
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Riceviamo e pubblichiamo l’accorato appello alle istituzioni da parte di una nostra concittadina che si sente abbandonata dalle stesse in un momento particolarmente delicato per la vita sua e quella dei suoi cari:

«Dall’11 marzo, giorno in cui scopro di essere positiva al Covid19 (fortunatamente senza gravi conseguenze) è iniziato il mio peggior incubo.

La peggio, purtroppo, l’ha avuta mia madre, soggetto con gravi patologie pregresse che è stata il 17 marzo ricoverata d’urgenza nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Bisceglie per polmonite da Covid19 in quanto positiva al tampone.

E arriviamo al 26 marzo giorno in cui sia io che mio padre rifacciamo i tamponi di controllo con esito negativo per me, mentre per mio padre, purtroppo, positivo. E lui è, ahimè, un paziente oncologico.

Il virus sembra non darci tregua, perché non so davvero più che fare con il mio papà poiché ho scoperto che il decreto sospende terapie, prelievi, diagnosi ai positivi Covid19. Adesso gli esami e le medicazioni chi le farà? Hanno tutti “giustamente” paura».

La donna lamenta la mancanza di operatori specializzati anche all’interno di associazioni di volontariato, che possano prendere in cura il caso. «Mi ritrovo a districarmi tra pec, email, documentazione da compilare e chiamate varie perché “giustamente” mio padre deve restare a casa in questo momento in quanto è asintomatico e dev’essere osservato per i prossimi giorni, con la speranza che non insorgano complicanze che lo costringano al ricovero.

Non solo non si sa come trattare i pazienti oncologici in caso di sintomatologie, ma non esiste nel nostro territorio un infermiere autorizzato che abbia i giusti presidi e che faccia semplici medicazioni e prelievi che servono alla oncologa che ha in cura mio padre per poterlo tenere in osservazione da casa e poter intervenire all’occorrenza con terapie di supporto.

Ho trovato laboratori di analisi disponibili a fare esami ad un paziente Covid19 positivo oncologico ma, giustamente, non possono accettare provette da infermieri non autorizzati. È assurdo che non siano attivati canali con medici e infermieri che assistono a casa solo questi pazienti e che abbiano ricevuto i famosi DPI.

Dall’inizio di questo incubo mi sento abbandonata. Sola con carte da compilare, email da inoltrare, chiamate ai diversi numeri, tra l’altro assenti o sospesi, e per il resto lasciata alla Divina Provvidenza e al mio buon senso e lungimiranza.

Per favore aiutami a tenere a casa mio padre con un infermiere che possa farmi attualmente un prelievo e le medicazioni al PICC».

La donna si rivolge alle istituzioni affinché possano risolvere parte dei suoi problemi e spera che chi di dovere possa seriamente considerare la gravità della sua situazione ed intervenire collaborativamente.

domenica 29 Marzo 2020

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Giuseppe vecchietti
Giuseppe vecchietti
4 anni fa

E uno skifo

Andrea Losappio
Andrea Losappio
4 anni fa

I medici sono eroi….. ma quali eroi!!! sono i primi a scappare via! questo è il lavoro che avete deciso di fare, portatelo a termine!