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Natale, lo scandalo dell’amore

Geremia Acri
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Buon Natale di rinascita
"I pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia". (Lc 2,16)
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La verità e lo scandalo della fede cristiana è che Dio è amore: non giudica, non condanna, non estromette, non calpesta la dignità dell’umanità, non è anonimo, ha un volto, volto impresso sulla faccia degli uomini e delle donne ed è per questo ‘Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse dio’

La nostra società, è molto abile nel costruire l’anonimato. A ciascuno uomo e donna Dio ha dato un volto, lo ha guardato e l’ha chiamato per nome, e un semplice pastore vale quanto Cesare Augusto o Erode o qualsiasi presidente di Stato e di Governo. Solo amando si riscatta dall’anonimato, solo l’amore dona la capacità di accorgersi dell’altro.

Dio non ha mandato nessun angelo ai potenti di turno per farci capire che chi lo interessa non sono quelli che si danno un volto da soli; anche perché quando uno è dominato dal desiderio di darsi un volto da sé, un’importanza da sé, gli rimane molto poco spazio nel cuore per l’altro e per Dio.

Il compito, quindi, dei credenti in Cristo e di quanti coltivano i valori cristiani è la ricerca di chi non ha volto, per ridare volto a chi è stato deturpato e sfregiato. È palese che, quella notte, per quei pastori fu un’esperienza indimenticabile compresero che non erano ombre che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge, ma erano persone vive con un volto, talmente importanti che la luce della gloria di Dio s’è accesa per loro e non nei Palazzi o nel Tempio. “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani…” (Isaia 49,15-16).

Il Natale avviene quando muore e moriamo al nostro all’ego. Quando l’ultima traccia di ego si dissolve, quello è il momento in cui dentro di noi avviene la vera nascita

Il Natale ci sprona e ci incita a vedere che Gesù Cristo, l’Altro e l’Atteso è disatteso:

ogni volta che neghiamo il diritto ad un bimbo di nascere; quando non accogliamo un bimbo profugo che sbarca sulle coste dei nostri territori; nella carne ferita di un bimbo violato nei suoi diritti e violentato nella sua innocenza;

quando siamo indifferenti al grido di chi è privo dell’essenziale, alle lacrime di una donna abbandonata, alla disperazione di un giovane senza futuro, alla solitudine di un anziano, a chi muore solo;

quando nelle nostre comunità si respira l’aria pesante dell’ipocrisia, la freddezza delle divisioni e la violenza delle discordie;

quando le porte delle nostre Chiese, dei nostri Palazzi, dei nostri Ambulatori, dei nostri Uffici si chiudono all’accoglienza, i nostri cuori diventano di pietra, le nostre mani negano il segno della pace e i nostri piedi calpestano la dignità dell’uomo.

Il Natale ci chiede di non aver paura delle nostre miserie, della piccolezza del nostro cuore e di essere disposti sempre ad allargarlo, perché il nostro cuore e la nostra fede può continuare a palpitare e a irrobustirsi solo nell’accoglienza dell’Altro e dell’altro.

Buon Natale.

mercoledì 25 Dicembre 2019

(modifica il 2 Agosto 2022, 13:23)

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